Come scegliere gli avvolgibili in base allo stile di casa vostra

Per trovare gli avvolgibili e le serrande Roma migliori per voi, prendete in esame anche lo stile della vostra casa. infatti, riuscirete a scegliere tra i diversi materiali in modo migliore seguita I consigli contenuti nei paragrafi di questa breve guida che segue.

Per una casa moderna

Se lo stile di casa vostra è moderno, allora fareste bene a orientarmi verso serrande Roma in PVC. Si tratta di un polimero plastico che ha delle ottime caratteristiche sotto diversi punti di vista. Il PVC dura a lungo nel tempo perché non soffre per colpa delle intemperie ed è anche molto sicuro perché resistente allo scasso.

Se avete preferito uno stile moderno con mobili di colori chiari senza maniglie e decorazioni, il PVC è il connubio migliore che ci sia. Inoltre, tenete presente che la tinta unita vi aiuta molto negli abbinamenti senza rischiare di accostare elementi che non stanno così bene insieme.

Chi ha uno stile classico

Se casa vostra ha uno stile più classico, il materiale che deve farla da padrone è certamente il legno naturale che si utilizza anche per realizzare le serrande Roma. Scegliere il legno significa dare all’ambiente maggiore calore e carattere grazie alle sue sfumature e venature che si formano nel corso del tempo.

Il legno naturale è disponibile in diverse essenze così ne utilizzate uno solo per tutti gli elementi: mobili, pavimenti, porte, infissi e avvolgibili. Ricordati di trattare il legno in modo appropriato con prodotti impermeabilizzanti e protettivi per far durare il legno più a lungo nel tempo senza che venga intaccato dall’umidità, la sua peggiore nemica.

Per l’arredo contemporaneo

Gli avvolgibili e le serrande Roma in alluminio sono assolutamente le più indicate per un arredo in stile contemporaneo. Se avete adottato delle soluzioni stilistiche molto particolari e all’avanguardia, non vi resta che utilizzare questo materiale per concludere l’opera.

L’alluminio è molto resistente allo scasso ma può avere dei problemi per quanto riguarda la coibentazione dato che è un prodotto conduttore.

Funzionalità e stile intramontabile grazie alle cucine in marmo

La cucina rappresenta l’ambiente domestico per eccellenza, dove ogni angolo viene pensato ed organizzato in vista delle funzioni da svolgere.
Non si può tralasciare uno spazio che, arredato in un’ottica di funzionalità, è capace di assicurare maggiori comodità e vantaggi. Se poi alla praticità si abbinano gusto ed eleganza, la perfezione è quasi raggiungibile.
Il marmo è sicuramente il materiale che, più di ogni altro, è capace di coniugare efficienza e raffinatezza.
Le proprietà di questo materiale ed il suo pregio, del tutto giustificato, rendono conveniente la scelta.
Le cucine in marmo di prima qualità sono sinonimo di garanzia ed affidabilità: la durevolezza del materiale determina resistenza all’usura e riduce la necessità di continue sostituzioni dei vari componenti di arredo.
Quando si tratta di elementi soggetti al frequente utilizzo non si può proprio prescindere da prodotti che si distinguono per l’eccellente fattezza.

Cucine in marmo e piano di lavoro, criteri di scelta fondamentali per non sbagliare.

Cosa bisogna principalmente valutare prima di procedere all’acquisto di una cucina in marmo e del rispettivo piano lavoro?
Il piano di lavoro è, sicuramente, il componente d’arredo più “sfruttato”: è su di esso che avviene la preparazione dei cibi.
Ciò comporta che quest’ultimo rispetti, prima tra tutte, una caratteristica, ovvero l’idoneità al contatto con alimenti o prodotti da consumare. È importante, infatti, diffidare da superfici non certificate e adeguatamente rifinite. Il piano di lavoro delle cucine in marmo deve, quindi, rispecchiare la qualità del rivestimento principale. Il quarzo, ad esempio, costituisce un’opzione che combina la facile igienizzazione della superficie e la resistenza di essa allo sporco.
Si tratta di aspetti espressione di praticità e funzionalità che devono caratterizzare un componente fondamentale all’interno di una cucina in marmo. Scegliere un piano cucina non all’altezza può addirittura compromettere l’efficienza dell’intero ambiente.

Qual è il lavandino più adatto ad una cucina in marmo?

Il piano cucina non è il solo elemento che condiziona la praticità di questo spazio domestico. Un componente altrettanto essenziale è il lavandino. Una cucina in marmo non teme abbinamenti, giacché il rivestimento in questione è capace di valorizzare anche materiali di differente origine.
Acciaio, quarzo, granito, si coordinano perfettamente ad una cucina in marmo. Anche il lavandino, quindi, deve rispondere ad una logica di utilità: la rubinetteria ed il numero di vasche concorrono a renderlo più o meno funzionale.
Infatti, l’attività del lavaggio delle stoviglie diviene meno semplice quando si dispone di una sola vasca, magari non troppo larga, con il conseguente accumulo di utensili sporchi ed antiestetici.
Di frequente, il piano di lavoro viene abbinato al lavello, così da ricreare una continuità di materiali per un’elegantissima resa estetica.
Il lavabo è facilmente rinvenibile sul mercato nella versione con due vasche, o anche una soltanto ma molto ampia.
Spesso è accompagnato da miscelatori con doccetta estraibile per il massimo del confort e dell’utilità.
Quindi, prediligere una cucina in marmo di alto livello e degli accessori che, in ugual modo, ne evidenziano il valore è una scelta che non mira al solo impatto estetico ma anche all’agevolezza.

Tecniche di programmazione per siti web

Oggi parliamo di siti e-commerce, una vera e propria rivoluzione nel campo delle vendite online che trova sempre più consensi tra gli utenti. Sono tantissime infatti le aziende che si rivolgono a questo tipo di commercio digitale per ottenere sempre maggiori risultati per il proprio business. E sono tante le piattaforme che consentono di poter creare un sito e-commerce praticamente da zero, sia in open source che a pagamento.

Tra le piattaforme più importanti ed utilizzate ci sono WordPress, Prestashop e Magento. Naturalmente ognuna di queste presenta un linguaggio di programmazione diverso e, per quanto in molti casi si ha la possibilità di creare un sito internet e-commerce esclusivamente grazie alle funzioni e plug-in che offrono, è bene conoscere i linguaggi di programmazione che tali piattaforme sfruttano. Parliamo di Magento ad esempio: si tratta di un software per la gestione di siti internet per il commercio digitale che risulta scritto con il linguaggio PHP. Viene rilasciato con una licenza in Open Software 3.0 e sviluppato dalla Magento Inc. Nel nostro paese quindi, questo software per la gestione di shop online viene utilizzato soprattutto a livello professionale, proprio perché – per quanto facile da utilizzare – presenta un linguaggio dii programmazione che dovrebbe essere un minimo compreso per poterne sfruttare al meglio le potenzialità.

Cosa si può fare con Magento? Su uno shop online creato con Magento, si possono vendere tutti i tipi di prodotto, a patto che si installi il software CMS (ovvero Content Manegement System). Si tratta di uno strumento che diventa imprescindibile per chiunque abbia l’esigenza non solo di creare il proprio negozio online, ma che desidera anche che questo si presenti in modo il più professionale e funzionale possibile. E come è facilmente intuibile, più un sito ha un aspetto professionale, più è probabile che crei appeal con gli utenti (il che si traduce naturalmente in un maggior successo per il tuo business). Il sistema CMS, va sempre abbinato ad un dominio di secondo livello a pagamento. Tornando a Magento, bisogne evidenziare anche il fatto che utilizza il linguaggio Zend Framework, che offre una serie di soluzioni veramente intriganti per chi vuole attivare un e-commerce. In ogni caso, proprio perché si tratta di un negozio online e quindi di una vera e propria attività, a meno che non siate dei programmatori esperti il consiglio è quello di rivolgersi ad una seria web agency in grado di offrire le soluzioni migliori per la costruzione di un e-commerce su Magento.

Case lidi ferraresi: vendita e mercato immobiliare, cosa sapere

Chi provi a cercare su Internet “case lidi ferraresi vendita” potrebbe rimanere sorpreso dalla quantità di annunci e opportunità immobiliari: la zona sta vivendo, del resto, un momento di forte popolarità e sempre più turisti la scelgono per una vacanza che unisca mare, relax e quanto basta di divertimento, preferendola soprattutto alla vicina riviera romagnola più caotica e a tratti meno accessibile.

Due sono, insomma, le ragioni per cui si potrebbe voler acquistare una casa ai Lidi Ferraresi: per coronare, finalmente, il sogno di una casa di villeggiatura di proprietà, dove andare quando si ha bisogno di una fuga dal caos della città, o come forma di investimento immobiliare se la vuole destinare a struttura di ospitalità. In entrambi i casi, le opportunità sono interessanti: basta non aver fretta di concludere l’affare (per assicurarsi, tra l’altro, che di vero affare si tratti!) e valutare bene ogni singola opzione.

Case in vendita ai lidi ferraresi: come scegliere quella giusta

Quando si cercano case ai lidi ferraresi in vendita, insomma, ci sono una serie di fattori da tenere in considerazione – che non sono, poi, così diversi da quelli di cui tenere conto quando si acquistano “seconde case” in una qualsiasi località di mare.

  • Di quanto spazio si ha bisogno, innanzitutto. Non è difficile capire, infatti, che una cosa è andare in vacanza con tutta la famiglia e un’altra, completamente diversa, è viaggiare in coppia. Nel primo caso si avrà bisogno di acquistare un immobile con più vani, mentre nel secondo, paradossalmente, potrebbe andare bene anche un monolocale. Allo stesso modo bisognerebbe valutare di che spazio all’esterno si vuole godere: una veranda, un balcone, un terrazzo possono essere discriminanti fondamentali nella scelta di una casa.
  • Come lo sono, del resto, dei plus come un garage o un posto auto: non tutte le case ai lidi ferraresi ne sono dotate ma, per qualcuno, possono risultare una comodità irrinunciabile, perché non ci si vuole spostare a piedi o coi mezzi pubblici, eccetera.
  • Il budget, infine, rileva nella scelta di qualsiasi immobile in vendita: potresti, per esempio, essere disposto a spendere di più se utilizzerai la casa per scopo personale, mentre al contrario voler risparmiare il più possibile per una casa da affittare.
Scegliere una scopa elettrica: su quali aspetti è bene focalizzarsi?

Riuscire ad acquistare una scopa elettrica che permetta di sbrigare al meglio le faccende domestiche quotidiane non è facile. Del resto, i modelli disponibili sul mercato sono molti ed il loro funzionamento differisce in base ad alcuni parametri che è necessario conoscere se ci si vuole trovare la soluzione più adatta alle proprie necessità. Ma quando è nato questo pratico ed indispensabile elettrodomestico? Il primo aspirapolvere è stato realizzato a Chicago nel 1865 da Ives McGaffey.

Di fatto, era un marchingegno trainato da cavalli, che nel tempo ha subito continue evoluzioni, fino a diventare un apparecchio portatile ed in grado di garantire eccellenti prestazioni. Non a caso viene utilizzato per la pulizia delle superfici domestiche. Ma perché ha avuto grande successo? Per il semplice  fatto, che è estremamente maneggevole, leggero e facile da utilizzare.

Inoltre, a differenza del tradizionale aspirapolvere a traino, è poco ingombrante ed è semplice da spostare da una stanza all’altra. L’importante è scegliere una marca adeguata, in grado di garantire serietà ed affidabilità. Attualmente, molte persone ambiscono ad avere una scopa elettrica rowenta. Tuttavia, per individuare il modello migliore tra quelli disponibili è bene fare qualche considerazione importante.

Scopa elettrica: tipo di alimentazione e sistema di raccolta

Scegliere una scopa elettrica adatta alle proprie necessità vuol dire prima di tutto definire il tipo di alimentazione più adatta. Di fatto, è meglio il cavo di alimentazione o no? In questo caso l’impiego che si intende fare della scopa elettrica è decisivo. Se si deve intervenire in una casa di grandi dimensioni e ricca di prese elettriche, la cosa migliore è scegliere una scopa elettrica con filo, in modo da avere un’autonomia pressoché illimitata.

Così facendo, però, la maneggevolezza dell’apparecchio viene in parte compromessa a causa della presenza del cavo. Le scope elettriche a batteria, invece, sono perfette per chi vive in un’abitazione piccola o per chi non ha la necessità di pulire le superfici domestiche tutti i giorni. Tuttavia, è sempre meglio scegliere apparecchi dotati di batterie di buona qualità, così da durare nel tempo.

Non bisogna dimenticare, poi, che la maggior parte dei prodotti disponibili in commercio è dotata di sacchetto per la raccolta dello sporco. Ciò permette una capienza elevata, ma un costo eccessivo per i ricambi. Tuttavia, non mancano soluzioni provviste di contenitore, che permettono di risparmiare, ma richiedono una manutenzione impegnativa.

Attenzione anche a filtri ed accessori: ecco cosa è bene considerare

Una delle componenti delle scope elettriche che è bene tenere in debito conto in fase di scelta è il filtro. In realtà, ogni apparecchio ne ha almeno due, in modo da purificare l’aria aspirata prima di immetterla nuovamente nell’ambiente. Questo aspetto è molto importante soprattutto per le persone allergiche, poiché hanno la possibilità di vivere in uno spazio più pulito ed igienico.

Particolarmente efficaci in tale senso sono i filtri Hepa, poiché catturano anche le particelle più piccole e quasi impercettibili. Non bisogna dimenticare, poi, di considerare gli accessori che vengono forniti in dotazione con le scope elettriche. Ogni brand ne assicura di differenti.

Di fatto, è possibile trovare prolunghe, che permettono di agire sulle grandi superfici, ma anche differenti tipologie di spazzole, che consentono di pulire al meglio tappeti, moquette e superfici delicate come il parquet. Molto apprezzate, però, sono anche le bocchette, che permettono di agire su imbottiti, ma anche di rimuovere eventuali peli di animali.

I corsi di ArteCorpo arrivano anche a Torino: un percorso votato al benessere psicofisico

ArteCorpo è il centro di formazione per tutte le discipline olistiche come Massaggio Tradizionale, Thai Chi, Rieducazione Posturale, Yoga e molto altro ancora. Oggi anche chi vuole iscriversi alla scuola accreditata AICS-CONI a Torino può farlo; ha, infatti, aperto una nuova sede dei corsi per formare professionisti qualificati e riconosciuti.

Sono aperte le iscrizioni!

Sono già aperte le iscrizioni presso la nuova Sede di Torino di ArteCorpo che propone moltissimi corsi, tenuti da una squadra di grandi professionisti. La preparazione è a 360°, sia teorica che pratica, e tocca discipline come fisioterapia, neuro psicomotricità, preparazione atletica, massaggio, osteopatia etc.

Chi s’iscrive al corso, sarà seguito da veri professionisti accreditati che si occupano da anni della formazione di nuovi specialisti delle discipline olistiche per favorire il benessere della persona. Dopo aver aperto diverse sedi in tutta la Liguria, ArteCorpo arriva a Torino per presentare un percorso di studi completo e finalizzato al mondo del lavoro.

Come funzionano i corsi

Il centro di formazione ArteCorpo, riconosciuto e accreditato, struttura i corsi in modo da apprendere i fondamentali del massaggio. Alla teoria si affiancano anche le prove pratiche. Il numero di allievi per corso non è troppo alto affinché ognuno possa esser seguito con le giuste attenzioni. Difatti, sono presenti due supervisori per agevolare l’apprendimento e sviluppare le abilità nel massaggio.

Iscriversi ai corsi di ArteCorpo a Torino è facile e in un attimo s’inizia un percorso che insegna una professione che punta al benessere psicofisico. Chiunque è interessato, a prescindere dall’età, a lavorare con le persone per farle stare meglio, troverà nei corsi del centro di massaggio quello che cercava.

Alla fine del corso di Massaggio Tradizionale, gli iscritti sostengono un esame teorico e poi pratico. Una volta superato l’esame, il centro rilascia un Certificato di Formazione in Massaggio Tradizionale, ai sensi della L. 4/2013.

Un’atmosfera positiva e stimolante

Studiare a contatto con professionisti in un ambiente equilibrato e positivo, significa apprendere più in fretta. Anche a Torino diventa possibile trovare un corso professionale per le discipline olistiche in un clima sereno e distensivo.

È dovuto alla grande esperienza dei formatori che supervisionano il corso, in grado di riequilibrare le energie. Ognuno si sente a suo agio in un ambiente di questo tipo dove è evidente la passione degli insegnanti.

Chi conclude il percorso di studio e la pratica, può poi accendere a tanti altri stage di specializzazione delle diverse discipline, importantissime per la crescita personale. Chi porta a termine l’intera proposta formativa del centro, conseguirà il Certificato di Operatore del Benessere Psicofisico tramite il Massaggio Bio-Naturale, in riferimento alla Norma UNI 11713-2018.

Quali sono le discipline olistiche

La nuova sede di ArteCorpo a Torino offre una vasta gamma di proposte per formare specialisti in displicane olistiche. Una di queste è la Ginnastica Bioenergetica oppure il Power Yoga che, invece di tenere la pozione asana per molto tempo, favorisce la transizione fluida nelle varie figure.

Tra le tantissime possibilità, c’è il Tai Chi Chuan: un’arte marziale che tramite il movimento, lento e armonioso, favorisce la meditazione nel qui e ora. Ottima per chi soffre di dolori muscolari e articolari è la Rieducazione Posturale. Basta iscriversi e intraprende questo percorso meraviglioso verso un futuro di benessere e consapevolezza!

Tutto sulla cessione del quinto dello stipendio

La cessione del quinto è una delle formule più amate da chi ha bisogno di liquidità e di rivolgersi, per questo, a un istituto di credito o a un istituto finanziario: le ragioni sono tante e per il momento basta sapere che, al contrario di altre tipologie di prestito, è sicuro, affidabile e poco dispendioso per chi vi ricorra. Basta dare uno sguardo alle tabelle e alle simulazioni di calcolo cessione del quinto, del resto, per rendersi conto che a fronte di cifre anche abbastanza consistenti che vengono concesse in prestito, non ci sono tassi particolarmente alti o spese di gestione svantaggiose.

Perché, quando e come richiedere la cessione del quinto dello stipendio di un dipendente pubblico o privato

Questo perché, facendo un passo indietro, la cessione del quinto è una forma di prestito piuttosto pratica: semplificando molto, il richiedente riceve infatti una certa cifra – che non trattandosi di un prestito finalizzato può utilizzare, tra l’altro, a piacimento – e a fronte di questa, è direttamente il soggetto finanziario a cui si è rivolto a trattenere ogni mese dalla busta paga la rata corrispondente, che non può superare però il 20% della retribuzione mensile, per un massimo di 10 anni e a un tasso che è fisso. Quanto all’importo massimo ottenibile tramite cessione del quinto, ci sono tanti fattori da considerare: l’anzianità di servizio, l’entità della busta paga, il valore del trattamento di fine rapporto maturato, eccetera. Molte banche e molti istituti di credito mettono a disposizione dei clienti, proprio per questo, consulenti che preventivamente li aiutino a definire nel dettaglio il piano di prestito. C’è, per altro, una documentazione che va fornita al momento dell’istanza,  che può variare di istituto di credito in istituto di credito ma che sempre contiene, oltre all’anagrafica del cliente, anche alcuni dati che riguardano la sua condizione occupativa.

Deve essere chiaro del resto, giunti a questo punto, che può chiedere la cessione del quinto solo chi abbia uno stipendio fisso – con la possibilità di accedere a particolari formule o a condizioni avvantaggiate come quello del prestito INPDAP se si è dipendenti pubblici per esempio – o sia pensionato. La ragione sta nel fatto che l’entrata fissa mensile e l’ammontare del TFR rappresentano una sorta di tutela per la banca, che per il resto concede al cliente la cessione del quinto senza altre garanzie, se non un’assicurazione obbligatoria contro il rischio morte e licenziamento. A valle ciò significa che la cessione del quinto dello stipendio è adatta anche a protestati o cattivi creditori, per cui sarebbe difficile accedere ad altre forme di prestito che richiedano invece garanzie più classiche.

Altro aspetto interessante della cessione del quinto è, infine, che questa può essere rinnovata qualora ci si accorga di aver bisogno di ulteriore liquidità: si può procedere solo una volta che si sia già estinto almeno il 40% del piano di rimborso e, trattandosi letteralmente di una ridiscussione dei termini di contratto, alcune banche chiedono al cliente di fornire nuovamente tutta la documentazione del caso.

Come ridurre le bollette delle utenze domestiche: i trucchi dal vero risparmiatore

Se anche voi non en peote propri più di bollette dall’importo altissimo, ecco alcuni semplici trucchi che vi possano aiutare a risparmiare davvero.

Installare un box doccia

Il consumo idrico di una famiglia è molto alto se ha ancora una vasca da bagno al posto della doccia. Se avviate opere di ristrutturazione bagno a Milano, meglio chiedere di installare un box doccia.

La quantità di acqua calda necessaria per fare una doccia è notevolmente minore e quindi vedrete scendere subito la bolletta dell’acqua e anche quella del gas.

Chiudere il rubinetto quanto non serve

Eliminare gli sprechi è la via per iniziare a ridurre le bollette. È importantissimo imparare a chiudere il rubinetto, specialmente quello dell’acqua calda, quando non serve. Mentre ci si insaponano le mani, si mette lo shampoo nei capelli, si lava il corpo etc. l’acqua calda va spenta in modo da ridurre il consumo idrico.

Grazie a questa attenzione in più, riuscite a ridurre sia la bolletta del gas che quella dell’acqua avendo un risparmio notevole sul vostro bilancio famigliare.

Spegnere la luce quanto non serve

Questo consiglio assomiglia un po’ a quello visto nel paragrafo precedente. Ogni volta che lasciate una stanza, anche se per poco tempo, ricordate di spegnere la luce. Potrà sembrare una cosa da poco, ma il consumo di una lampadina influisce notevolmente sulla bolletta.

Inoltre, è consigliabile sfruttare il più possibile la luce naturale, quindi meglio tenere le tapparelle alzate fino a notte, evitando di usare la luce artificiale che non è gratis.

Spegnere il condizionatore di notte

Non ha senso tenere acceso anche durante la notte il condizionatore d’aria perché le temperatura già scendono naturalmente. Usate con maggiore criterio il climatizzatore d’aria se non volete ritrovarvi nella cassetta delle lettere una bolletta altissima da saldare.

Tenete una temperatura poco più bassa di quella esterna e non esagerate per evitare anche il raffreddore dovuto agli sbalzi di temperatura tra dentro e fuori le mura domestiche.