Decesso per legionella: non è allarme epidemia

Le vittime della legionella nel nord Italia salgono a sei. Il numero è aumentato a causa del decesso di una donna di 61 anni di Torino. I primi sintomi si sono evidenziati al rientro dalle ferie e per tale motivo non è chiaro se il contagio con il batterio sia avvenuto in città oppure nei luoghi di villeggiatura. Secondo i parenti e gli amici della sessantunenne, il contagio potrebbe essere avvenuto in Costa Azzurra dove la famiglia ha una casa vacanze. Per maggiori accertamenti, la procura ha acquisito la cartella medica della donna ma pare non ci sia da preoccuparsi: non c’è alcuna emergenza epidemia di legionella.

Al rientro dalle vacanze estiva, la donna è stata presa in cura dal policlinico Fornaca, dove i tentativi di salvarla sono stati vani. L’aggravarsi dei sintomi della legionella è dovuto più che altro a un quadro clinico già complicato da altre patologie in corso. La donna lascia un marito e due figlie.

È solo l’ultimo caso fuori dalla zona dove si sono registrati i precedenti. Sono 53 i casi di contagio da morbo della legionella nei comuni a nord di Milano. La situazione peggiore è nella zona di Brescia e il caso registrato a Torino è il primo fuori da questa area. I cinque decessi avvenuti nella zona di Milano riguardavano però persone in età avanzata, superiore ai 70 anni.

La Legionella Pneumophila è un batterio che si trova nell’acqua e nel vapore acqueo se è a una temperatura compresa tra i 25 e i 55 gradi centigradi. L’unico modo per esser contagiati è inalare l’acqua o il vapore acqueo. Una volta inalato, il batterio può provocare una polmonite molto grave che, nei casi peggiori, può portare al decesso del paziente.

In Piemonte non si era ancora registrato nessun contagio, nonostante ci siano stati degli episodi che hanno un po’ allarmato. A inizio agosto, il decesso di un operaio di Bra dipendente dell’Amiat di Torino era sospetto, ma gli accertamenti hanno allontanano ogni sospetto di legionellosi. Due settimane fa era anche stato chiuso un centro per l’igiene e la cura dentale perché gli ispettori dell’Asl di Torino avevano rilevato una situazione a rischio in un bagno. L’allarme è poi rientrato in seguito a ulteriori accertamenti.

Il servizio regionale per il controllo delle malattie infettive intende rassicurare tutti i cittadini: non c’è alcuna epidemia di legionella nella regione. L’incidenza della malattia in Piemonte, come in tutta Italia e in Europa, è davvero molto bassa: nel 2017 si sono registrati 112 casi, pari al 2,5% della popolazione colpita. Nel 2018 i casi sono stati pochi di più: appena 113, perciò del tutto nella norma.

Con la progressiva diminuzione delle temperature, il batterio è destinato a perire e perciò non si registreranno nuovi casi. Come ogni estate, si registrano alcuni casi sporadici di contagio che non sono collegati tra di loro e non hanno una fonte comune di contagio. Questi fattori escludono perciò che si tratti di una epidemia. È del tutto normale e frequente che il caso della donna deceduta a Torino sia legato a un viaggio: moltissimi casi di contagio ogni anno sono proprio legati ai viaggi.