Olimpiadi invernali 2026: come andrà a finire?

Milano vuole un ruolo da protagonista e allora Torino cede, ma Malagò ci spera ancora. Lo stesso vale per il segretario Pd Martina che confida nel presidente della regione Chiamparino, dem pure lui, perché risolva questo gran putiferio provocato dai 5Stelle.

Il presidente del Coni, Giovanni Malagò, è ancora fiducioso, nonostante le ultime notizie di un divorzio definitivo tra Milano e Torino. Solo insieme si può diventare fortie addirittura invincibili, sostiene Malagò che spera ancora di rimpattare il gruppo. Torino è indispensabile per la buona riuscita dei giochi olimpici invernali del 2026. Il capoluogo piemontese, inoltre, è l’unico comune che può ospitare Final Six dei Mondiali di Pallavolo. Se ciò non bastasse, la città sabauda potrebbe anche vincere il bando l’associazione dei tennisti professionisti le finali del Master del Tennis, che da Londra verranno riassegnate ad altre città. Insomma, le Olimpiadi devono essere viste come un investimento e non come un costo. Questi sono solo due dei molti esempi di come i costi tanto preoccupano ora, possano invece portare in futuro a Torino molti più eventi sportivi di respiro internazionale.

Il caos per le Olimpiadi invernali che si terranno nel 2026 tiene ancora banco e arrivano anche le dichiarazioni del segretario del Partito Democratico, Maurizio Martina, il quale attacca la sindaca di Torino. L’occasione per commentare gli ultimi sviluppi si presenta al Salone del Gusto Terra Madre, organizzata da Slow Food. In quanto ex ministro dell’Agricoltura, Martina non poteva di certo prendere questuo importante appuntamento.

Secondo il leader dei dem, il primo cittadino di Torino, Chiara Appendino, avrebbe fatto dei passi falsi che hanno creato la confusione in merito a chi ospiterà le Olimpiadi Invernali 2026. Tutto quello che è stato annunciato e che si voleva realizzare non potrà essere concretizzatoe ciò mette in difficoltà la giunta del capoluogo piemontese. L’unica soluzione che Martina individua è un intervento del presidente della Regione Chiamparino, che può sistemare il pasticcio. Sono stati fatti parecchi passi falsi della giunta 5Stelle a capo della città di Torino per arrivare a questo punto, ma la colpa non è soltanto di Torino.

Il governo è infatti tra i principali responsabili di questo guazzabuglio in quanto non è stato capace di coinvolgere le realtà locali interessate a candidarsi per ospitare i prossimi giochi olimpici. Le critiche al governo non si fermano: ce n’è anche per la manovra di bilancio. La controproposta del Pd, annunciata sempre da Martina, prevede un ruolo centrale per gli investimenti. Il focus della proposta sono i giovani e anche le famiglie, comprese quelle che sono povere e sulla soglia della povertà.

Le misure che stanno mettendo in atto quelli della Lega e del M5S sono dannose per il Paese. Il riferimento è alla pace fiscale, che praticamente è l’ennesimo condono, come confermato da Carlo Cottarelli, ospite di Fabio Fazio a Che Tempo Che Fa. Il regalo fatto a tutti gli evasori da Governo giallo verde si scarica sui cittadini onesti che hanno invece sempre pagato le tasse rispettato le normative fiscali.

Prima accetta e poi rimanda: lo yo-yo del ministro Toninelli sulla visita al cantiere francese della Tav

Prosegue il braccio di ferro tra governo e opposizioni sulla realizzazione della Tav. Il partito di governo 5 Stelle inizia ad analizzare in modo scrupoloso (davvero?) il progetto, come promesso, anche se all’inizio non si era ben capito il loro volere. Ma si sa, con i 5 Stelle è un po’ così: dopo un paio di dichiarazioni a titolo personale pro e contro, arriva dall’alto le linea da seguire. Fedelissimo di Di Maio, a differenza del Presidente della Camera Fico, Toninelli pare fosse in procinto di visitare i cantieri della Tav nel lato francese. Il ministro delle infrastrutture e dei trasporti è stato invitato ufficialmente dal comitato Transalpine, il quale è incaricato dai lavori per quanto riguarda la parte francese dell’opera.

La società che si occupa della realizzazione del tratto dell’alta velocità Torino – Lione annuncia via tweet che il ministro farà visita al cantiere, lo stesso che anche Tajani aveva visitato (presidente del Parlamento Europe, Forza Italia). Il presidente del comitato Jaques Gounon aveva invitato il ministro delle infrastrutture del governo Conte sul cantiere per vedere di persona i lavori effettuati per la linea alta velocità tra Lione e Torino.

La notizia però viene smentita dall’ufficio del Ministro, confermando che non è in agenda nessuna visita. Viene così smentito il comitato Transalpine che aveva dato la notizia della mail di conferma per la visita al cantiere. In seguito alla smentita, arriva la precisazione: la mail dice che la visita avverrà non appena gli impegni del ministro Toninelli lo consentiranno, perciò nulla di cui meravigliarsi, sostiene l’entourage del Ministro dei Trasporti.

L’ennesima rinuncia del ministro che si sottrae ai suoi impegni, sicuramente molti visto anche il crollo del ponte di Genova, scatena le opposizioni. Molto critico è Napoli (FI) che definisce il ministero come una buffonata, incapace di perseguire il suo scopo. Un ministro delle infrastrutture e trasporti che odia le infrastrutture e ne vuole il meno possibile, non è adeguato. La velocità dei trasporti non ha nessun peso per Toninelli, secondo l’azzurro Napoli, tanto da mettere in cattiva luce l’intero paese. La credibilità dell’Italia come partner internazionale viene meno a causa delle impreparazione dei 5 Stelle, continua il deputato di Forza Italia. Toninelli non ha mai visitato nessun cantiere, né quello francese ma né tanto meno quello italiano. L’unico dossier che ha consultato è quello prevenuto da parte dei No Tav. Prendere decisioni strategiche importanti senza avere analizzato la questione da ogni punto di vista, non è accettabile.

Lo sfogo del deputato azzurro segue i malumori provocati anche dal mancato incontro del MIT con il commissario di governo Paolo Foietta, il quale da mesi chiede di esser ricevuto. Lo stesso vale per il presidente della Regione Chiamparino che attende di esser ricevuto per discutere del futuro dell’opera, a lui da sempre molto cara perché di importanza strategica. Sono ben 75 i giorni  trascorsi senza nessuna replica da parte del ministro e della sua segretaria alle richieste di Chiamparino.

La sindaca Appendino schiacciata dalla setta dei 5 Stelle: le parole di Giordano, ex capo gabinetto del comune

L’ex capo gabinetto della giunta Appendino, Paolo Giordano, parla a ruota libera, affermando che il buon lavoro della sindaca è ostacolato da ogni parte dai 5 Stelle. Dopo le dimissioni, dice che il partito di maggioranza a Torino non è in grado di pensare al futuro della regione Piemonte. Dimessosi a causa della cancellazione di una multa per conto di un amico, l’ex capo gabinetto si lancia a dichiarazioni inedite.

La sindaca, secondo Giordano, è stata ostacolata e schiacciata dal Movimento 5 Stelle, definendolo una setta. L’esperienza di aver eletto un sindaco donna di una forza nata dal nulla e non dai soliti schemi partitici, doveva esser un modello da esportare all’estero ma così non è stato. Tutta colpa dei Grillini che non sono stati capaci di costruire un modello politico nuovo. Incapaci di guardare agli interessi del cittadino e di discutere le questioni politiche, il progetto dei 5 Stelle è fallito, secondo Giordano.

Convinto dell’inadeguatezza dei 5 Stelle, Giordano si apre anche alle proposte delle opposizioni. Si dice, infatti, d’accordo con Chiamparino, Pd, il quale chiede di aprire dei tavoli allargati con rappresentanti della società per avere di nuovo il contatto con la popolazione e capire quali sono i bisogni loro e di tuto il territorio.

A fare le spese dell’inesperienza del Movimento, è la sindaca Chiara Appendino, in cui Giordano ha fortemente creduto. Il dimissionario Giordano parla ora dopo 10 mesi dalla sua uscita di scena perché vede la sindaca Appendino schiacciata e incapace di reagire ai diktat del Movimento. I 5 Stelle si rivelano democristiani e Torino rischia di entrare in un blocco. Lo stesso discorso di Torino viene allargata a tutto lo Stato. I leghisti tengono sotto scasso i Grillini che non sono in grado di puntare i piedi e farsi rispettare. La sottomissione di Di Maio a Salvini e il fallimento del modello politico di Casaleggio sono un rischio enorme per l’Italia. È concreto, infatti, il rischio di vedere l’Italia sotto dittatura, confessa Giordano.

Giordano non fa parte dei 5 stelle e, lavorandoci a stretto contatto, il partito è paragonabile a una setta. Ognuno è intento a puntare il dito contro a chi è meno puro di lui. È una corsa all’epurazione per eliminare chi non si sottomette ai molti diktat dei Grillini. Purtroppo, la Appendino aveva un valido progetto ma non c’è stato modo di realizzarlo. Giordano, definisce l’attuale sindaca come una persona valida con buone capacità e voglia di imparare.

La regione Piemonte ha bisogno di un progetto a lungo temine per il futuro. Polarizzare tutte le risorse sul capoluogo Torino sembra all’ex capo gabinetto fallimentare. È invece da studiare una valorizzazione dei territori periferici. Lo scopo è quello di aumentare la qualità della vita e anche creare una rete di trasporti che possa attirare aziende ad alta tecnologia. Fibra e alta velocità devono esser punti fondamentali. Prove generali di prossima candidatura? Pare proprio di sì!

Per l’aggressione all’atleta Daisy Osakue l’accusa è di lesioni senza l’aggravante del razzismo

Nella notte tra domenica e lunedì, l’atleta Italina di origini senegalesi Daisy Osakue di 22 anni è stata colpita in faccia da un uovo che le ha provocato qualche problema all’occhio ma la partecipazione ai campionati di atletica non è in pericolo. Dopo che la giovane ha denunciato l’episodio ipotizzando dei motivi razziali dietro all’accaduto, la polizia ha aperto un fascicolo contro ignoti ma senza l’aggravante dell’odio razziale.

Il fatto è avvenuto a Moncalieri, in provincia di Torino,: la ragazza stava tornando a casa con un gruppo di amici quando un’auto le si è avvicinata e le è stato tirato qualcosa. La ragazza dice di aver temuto si trattasse di acido o altre sostanze ma per fortuna era solo un uovo. Nonostante si trattasse di un semplice uovo, il guscio ha provocato dei danni che hanno richiesto delle cure oftalmiche: lesioni alla retina e liquido nel cristallino. La prognosi è questa e per fortuna non impedisce all’atleta di partecipare ai prossimi Campionati Europei di Atletica. La sua specialità è il lancio del peso e ha da poco segnato il terzo record per la sua categoria. Cascasse il mondo giovedì parto con la squadra per Berlino dove si terranno i campionati, ha dichiarato la campionessa che in un’intervista di qualche anno fa aveva confessato di avere un sogno nel cassetto: cantare l’inno di Mameli sul podio.

All’uscita dell’ospedale oftalmico al giovane campionessa ha dichiarato di temere, purtroppo, il movente razziale dietro all’aggressione. Era quasi mezzanotte e dei ragazzi a brodo di una Fiat Doblò hanno puntato proprio lei, secondo il suo racconto. L’uovo, infatti, è stato lanciato da un metro di distanza proprio per colpire la ragazza di colore, che ha ottenuto la cittadinanza solo al compimento del 18 esimo anno di età perché nata da genitori stranieri. La zona dove è avvenuta l’aggressione è nota per un giro di prostitute di colore e forse era proprio quello l’obiettivo degli aggressori. Daisy non vuole cavalcare anche la questione razziale, ma passare dagli insulti verbali ai fatti è un passaggio molto pericoloso che non va tralasciato ma denunciato e punito severamente.

Oggi arriva la notizia che la procura di Torino ha aperto un fascicolo contro ignoti per lesioni ma senza l’aggravante del razzismo. Dalle indagini è emerso che la stessa automobile era stata già segnalata alle autorità per il lancio di uova, come è avvenuta nella notte di domenica. Secondo la procura mancano gli elementi per ipotizzare un aggressione per motivi razziali. La notizia arriva in un momento estremamente delicato: si registra un aumento di episodi di intolleranza ma il ministro Salvini, leader della Lega, e altre forze della maggioranza negano che ci sia un rigurgito fascista e si dice pronto a incontrare la giovane, oltre che ansioso nel vederla gareggiare. Chi nega è complice, rilancia Martina del PD, che ha organizzato un presidio a Roma oggi alle ore 18:00 in piazza San Silvestro per dire NO ad ogni forma di intolleranza.

Progetto TAV a rischio: le dichiarazioni di Toninelli scuotono la maggioranza

Negli ultimi giorni c’è stato un forte scontro per alcune dichiarazioni da parte di politici della maggioranza, e non, in merito al progetto dell’alta velocità Torino – Lione. La Lega è più che favorevole in merito alla realizzazione di grandi opere ma il Movimento 5 Stelle pare scettico. Il vicepremier e leader del partito Di Maio, il premier Conte e il Ministro dei Trasporti Toninelli si dicono pronti a pagare le penali per avere abbandonato il progetto che è finanziato in gran parte dell’Unione Europea. I vertici del partito penta stellato non sono d’accordo ad andare contro a così tante persone che si sono dichiarate contro la realizzazione dell’opera, fortemente voluta invece dalla Francia e dall’Unione Europea. L’alta velocità è il ponte per intensificare lo scambio di merci con l’Europa Occidentale, togliendo anche un po’ di autoarticolati dalle strade. Anche le opposizioni fanno sentire la loro opinione: pare che tutti siano contro i 5 Stelle, compresi i sindacati.

Il contratto di governo giallo – verde comprende anche il progetto Tav e si legge che le forze di maggioranza sono pronte e rivedere l’intero progetto. Non c’è perciò una reale posizione in merito alla questione che oggi diventa però cruciale. Non appena il ministro degli Interni Toninelli ha dichiarato il suo dissenso per l’opera così com’è, i manifestanti NoTav sono tornati sui cantieri e ci sono stati momenti di grande tensione; la stessa tensione che c’è tra gli alleati di governo che sono di posizioni diverse. Il ministro Toninelli non firma per l’avanzamento dell’opera che è, di nuovo, sotto esame. Secondo Toninelli, l’opera è nata male e ha un impatto ambientale, sociale ed economico che deve essere analizzato in modo scrupoloso per capire se ne vale davvero la pena. La revisione è stata avviata non solo sulla Tav ma su tutte le infrastrutture in generale. L’analisi deve tenere presente i costi e i benefici collegati alle opere che devono servire ai cittadini e non ai costruttori.

Dopo le dichiarazioni del Ministro, non si fanno attendere le repliche da parte della Francia e dell’Unione Europea, pronte a fare in po’ di conti. La maggior parte del tragitto della Tav è in galleria, circa 57 km su un totale di 65. La maggior parte dell’opera è in Francia e solo 12,5 km sono in territorio italiano. La società incaricata dei lavori è la Telt, metà di Ferrovie dello Stato e metà del governo francese. Il costo stimato è di circa 8.6 miliardi di euro, di cui il 40% lo paga l’Union europea, mentre il resto è ripartito tra Francia e Italia. Per quanto riguarda la quota italiana, pari a 3,4 miliardi, 2,5 sono già stati stanziati con la finanziaria 2012 perciò il restante non è così tanto come molti invece vogliono far credere.

L’ipotesi Tavexit potrebbe venire a costare all’Italia 2 miliardi, soprattutto in penali ma si deve tenere conto anche di cantieri aperti e non finiti, nonché nuove spese per la loro chiusura. La voce che però preoccupa di più è la penale imposta dall’Unione: dal 2 al 10% del valore complessivo, cioè da un minino di 16 fino anche a 80 milioni per non aver portato a termine il progetto.

Arriva il pre dossier per le Olimpiadi Invernali di Torino 2026 ma ci sono anche Cortina e Milano in corsa

Dopo gli ultimi dissidi in casa 5Stelle sulle Olimpiadi invernali 2026, arriva finalmente i pre dossier assieme alle candidature ufficiali anche di Milano e Cortina.

Continua il caso Olimpiadi Invernali di Torino 2026 con una dichiarazione in Consiglio comunale della sindaca Appendino, la quale afferma di non voler fare debito. Per poter raggiungere questo importante obiettivo, la giunta della città di Torino dice di voler realizzare un evento green e sostenibile, anche dal punto di vista finanziariodato che erano proprio queste alcune delle preoccupazioni portate dagli interni al partito M5S. La presentazione del pre dossier sulla fattibilità dell’evento sportivo è alle porte e sono contenute le linee guida per la città del futuro, tenendo conto di quello che non ha funzionato nel 2006.

Verrebbe da dire “sbagliando si impara” ed è questo il leitmotiv del dossier per le Olimpiadi che spesso prevedono la realizzazione di opere che poi vengono abbondate finiti i giochi. Stavolta, la sindaca vuole puntare lo sguardo a un orizzonte temporale più avanti. I lavori non sono, infatti, finalizzati alle Olimpiadi 2026 ma piuttosto a Torino 2030. Le linee di sviluppo urbano per la città non vanno in cantina per colpa dei giochi ma questi saranno un’occasione per anticipare la città del futuro, sostenibile e green. In caso di assegnazione, il villaggio olimpico sarà ospitato presso la ex Thyssen, provando a ricucire una ferita aperta per l’intera città e anche per il Paese. La sindaca ha parlato di una doppia legacy della città; da una parte la legacy materiale con strutture già a disposizione e dall’altra quella immateriale. Il riferimento è all’eredità di Torino 2006, con punti positivi e altri meno da cui imparare, potendo correggere grazie alla consapevolezza costruita negli anni.

Oltre a Torino, anche Milano presterà il suo pre dossier per le Olimpiadi Invernali 2026. L’altro sito in lizza è Cortina – Dolomiti grazie a una jointventure tra Veneto e Trentino Alto Adige che presenteranno un pre dossier al Coni martedì. A Cortina d’Ampezzo i siti sono già praticamente fatti anche perché verranno ospitati i Mondali di sci nel 2021. Per tale ragione, organizzare un Olimpiade Invernale qui richiederebbe un finanziamento davvero minore, garantendo la sostenibilità economica. A Cortina ben il 70% degli impianti sono già presenti, mentre per il restante 30% si richiedono lavori di ammodernamento con lo scopo del futuro riutilizzo. Le strutture come il viaggio olimpico e il centro della stampa sarebbero, invece, opere temporanee da poter smantellare una volta conclusi i giochi.

Il presidente del Coni, Giovanni Malagò ne resta fuori dicendo che valuterà tutte le richieste per le Olimpiadi Invernali 2026. Non si spinge oltre evitando di dare indicazioni o preferenze. In merito al nodo politico della decisione, si confronterà con Giorgetti, sottosegretario con delega allo Sport. L’analisi dei pre dossier e la relativa decisione su chi ospiterà le Olimpiadi Invernali 2026 è fissata per il 10 luglio o al massimo a fine mese.

Spettacolo con i droni per San Giovanni a Torino: un vero successo

Novità quest’anno a Torino dove si è deciso di festeggiare la festa di San Giovanni con un tecnologico spettacolo di luci con i droni invece dei tradizionali fuochi di artificio. Pare che l’idea abbia convinto i moltissimi che si sono riversati in piazza per lo spettacolo, primo in Italia, per il quale sono state previste imponenti misure di sicurezza.

Tutti con il naso all’insù

Quest’anno niente fuochi di artificio ma per la festa di San Giovani a Torino è stato pensato uno show hi-tech con duecento droni, durato ben 12 minuti, trascorsi con il naso all’insù per le 35 mila persone in piazza Castello. Sulla musica dei torinesi Subsonica, i droni si alzano in volo e disegnano delle forme: prima delle costellazioni per poi invece stupire con forme più elaborate come un toro, l’uomo vitruviano, la mole antonelliana, la mitica Fiat 550 e altri simboli della città.

Alle ore 22 si ritrovano nella raccolta piazza Castello 30 mail persone e ne arrivano ben altre 5 mila prima delle chiusura dei varchi un quarto d’ora dopo. I posti disponibili finiscono e sono davvero in molti a restare fuori. La novità dei droni è il motivo di così tante gente che vuole assistere, molta di più rispetto a quella presenta allo show psicotecnico dell’anno precedente. Un po’ di rabbia tra chi è rimasto fuori ma i segnali che arrivano da fine serata sono due: la città di Torino vive ed è viva anche di notte con eventi pensati per i cittadini. In secondo luogo, c’è  l’interesse di Intel, colosso informatico, che ha scelto proprio Torino come primo test sul campo di questa nuova tecnologia guidata da un solo computer.

Le imponenti misure di sicurezza

Dopo gli incidenti dell’anno scorso in piazza San Carlo, dove era stato allestito un maxi schermo in occasione della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid, quest’anno per lo show show hi-tech sono state perviste diverse misure di sicurezza. La prima misura introdotta è stato il numero chiuso: una volta raggiunte le 35 mila persone all’interno di piazza Castello, ne è stato vietato l’accesso da parte delle forze dell’ordine. Uno dei problemi che è stato riscontrato nel caos di piazza San Carlo era l’eccessivo numero di persone presenti in piazza, la quale non ne poteva contenere così tante. I disagi, gli indicenti, i feriti e anche il decesso di una ragazza, Erika Pioletti, sono imputabili, secondo gli inquirenti, alla calca creatasi dalle troppe persone in panico che correvano via dalla piazza, dove non erano nemmeno state previste le necessarie vie di fuga.

Vietati anche i contenitori di vetro, come le bottiglie che potevano esser solo di plastica. Vietato anche l’accesso agli ambulanti che in occasione delle finale di Champions League in piazza San Carlo avevano venduto moltissime bottiglie di birra in vetro. Queste sono poi state gettate a terra creando uno strato di vetri rotti che ha causato il ferimento di oltre 1500 persone travolte dalla folla e finite per terra.

Torino 2026: torneranno i giochi olimpici invernali?

È bufera al comune della città di Torino in merito alla candidatura ufficiale del capoluogo piemontese per i giochi olimpici invernali 2026. La maggioranza si spazza e la sindaca Appendino perde il consenso dei suoi ma trova l’appoggio del PD.

La sindaca di Torino Chiara Appendino perde il consenso di ben 5 consiglieri penta stellati che ritengono inaccettabile il suo continuo dietrofront sulla questione olimpiadi invernali previste per l’anno 2026. Nel comunicato si legge che 5 esponenti della maggioranza 5 Stelle, Daniela Albano, Viviana Ferrero, Damiano Carretto, Marina Pollicino e Maura Paoli, trovano troppo scarso il pre dossier olimpico che dovrebbe essere approfondito ulteriormente con studi di tecnici, anche critici nei confronti delle opere da realizzare. Altro punto che fomenta l’ostruzionismo dei consiglieri M5S è l’insufficiente ricerca di fondi privati per sostenere i costi della costruzione degli impianti sportivi.

Già responsabili di non aver fatto raggiugere il numero legale per far passare la prima mozione pro olimpiadi invernali Torino 2026, i cinque consiglieri questa volta non sopportano la mal organizzazione per un evento del genere. La sindaca, dopo il doppio incontro con i consiglieri di maggioranza prima e con i sindaci dei comuni coinvolti direttamente nelle olimpiadi poi, annuncia la volontà di affidare il per dossier a ad Alberto Sasso. La figura dell’archi star è stata individuata dal fondatore del Movimento Beppe Grillo ma i dissidenti del comune di Torino non ci stanno e commentano come irricevibile la proposta che arriva troppo tardi per esser pronti alla presentazione ufficiale della candidatura della città al Coni e al Cio tra un mese. Gli studi di fattibilità degli impianti sportivi e dell’intero evento olimpico richiedono, secondo i 5 consiglieri dissidenti, un maggiore approfondimento perché possano esser considerati validi ed esaustivi. Il documento preparato frettolosamente nel giro di appena un mese non sarebbe in grado di evidenziare tutte le criticità e i punti deboli, prosegue il comunicato congiunto dei penta stellati che remano contro la sindaca.

Soddisfatti i sindaci del territorio che sostengono la candidatura ma resta un nodo importante da sciogliere: i fondi per le opere. Per ora pare che la maggior parte, ben 1 miliardo di euro secondo le prime previsioni, debbano provenire da finanziamenti statali, mettendo in difficoltà il nuovo governo giallo verde, che ha già dei grossi problemi di cassa. Le difficoltà nel trovare le coperture economiche per finanziarie alcuni progetti promessi durante la campagna elettorale non sono di certo un segreto. Il rischio è che la ricerca della copertura finanziaria per le olimpiadi a Torino 2026 non rientri nelle proprietà del neo governo grillino – leghista. È proprio verso il governo centrale di Roma che i 5 dissidenti torinesi guardano nella speranza che arrivi lo stop definitivo al progetto, ribadendo che un mega progetto come le olimpiadi invernali del 2026 debba esser poggiato su basi più solide. Giorgetti, braccio destro di Salvini oltre che sottosegretario alla presidenza del Consiglio, pare però favorevole e cercare tale compromesso, mettendo sul tavolo un possibile asse Torino – Milano.