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Il cda di Telt dà il via libera ai bandi di gara per la Tav nonostante la lettera del premier Conte

È indirizzata a Telt,  la società italo-francese incaricata di realizzare la Tav, la lettera del premier Giuseppe Conte, il quale invita ad astenersi da qualsiasi ulteriore attività che possa produrre vincoli giuridici ed economici per l’Italia. L’intero testo della missiva si trova pubblicato sul profilo Facebook del capo dei ministri. Dalla lettera si scopre che l’intenzione è quella di ridiscutere l’opera con la Francia e anche con la commissione europea. Il testo continua e dice che non c’è intenzione di perdere i contributi europei già stanziati.

Telt, dopo aver ricevuto questa missiva davvero poco chiarificatoria, dice che oggi, lunedì 11 marzo, sarà avviato l’iter per i bandi di gara. Questi riguarderanno solo i lotti in Francia. Senza che vi siano atti giuridici rilevanti che indichino di bloccare il progetto, la direzione di oggi autorizzerà gli ‘avis de marchés’ cioè  inviti a presentare candidatura. Nell’ordinamento francese ciò corrisponde ai bandi per terminare la parte francese dell’opera entro il termine del 31 marzo. Questo è il vincolo per ottenere il finanziamento europeo per l’anno 2019, quello che l’Italia rischia seriamente di perdere.

Secondo il premier Conte però, questi inviti non sono vincolati per il governo italiano poiché i capitolati di gara non possono partire senza l’avallo del governo italiano, oltre che francese. Si tratterà quindi di operazioni preliminari senza impegni per l’Italia. Il capo del governo lega – 5 stelle fa riferimento alla clausola di dissolvenza che consente di bloccare l’opera prima dei capitolati.

Secondo molti questo è solo un escamotage che il governo ha elaborato per svincolarsi dall’impasse in cui si trova. Il premiere fa al sua mossa per aiutare Di Maio a evitare la crisi di governo. Conte si mostra molto titubante: analisi come la costi – benefici hanno evidenziato questa necessità. La corrispondenza tra le realizzazione del tunnel per la linea ad alta velocità Torino – Lione e l’interesse pubblico non è così scontata come potrebbe sembrare. La svolta sul caso apre arriverà solo dopo gli incontri con Macron e Juncker.

Le reazioni di Di Maio e Salvini

L’annuncio dell’ennesima svolta sul caso non fa ormai più notizia. È un po’ come la storia di “Al lupo, al lupo!”; a questo punto non si vede più la fine di questa storia. La crisi di governo, per intanto, è stata scampata. Per Di Maio le tasse degli italiani così non finiscono in un’opera dalla dubbia utilità. Salvini ci tiene a indicare che non ha vinto né perso nessuno, dato che in effetti l’iter per l’assegnazione dei bandi parte.

Inizia oggi il cda di Telt

La riunione del cda di Telt è iniziata stamattina in video conferenza tar Roma e Parigi. Lo scopo è di dare il via libera alle procedure per i bandi del tunnel dell’alta velocità sul versante francese. Il costo per la realizzazione di due canne della galleria tra l’imbocco di Saint Jean de Maurienne e il confine italiano ammonta a 2,3 miliardi per circa 45 km di tratto.

 

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Le ultime della Torino Lione: simpatie fasciste tra i carabinieri di Susa e, a sorpresa, Toninelli apre i bandi di gara

Si sa ormai che la situazione più calda in Piemonte è sul fronte Tav, il tunnel per la linea ad alta velocità che collegherebbe Torino a Lione. eco allora quali sono le novità tra carnieri accusati di esser fascisti e Toninelli che apre il bando di gara, ma è solo un’altra mossa per prendere tempo.

Il processo ai no Tav

Nel corso del processo al tribunale di Torino ai danni di alcuni manifestanti No Tav, una dichiarazione shock: tra i carabinieri ci sarebbero dei simpatizzanti fascisti. Gli imputati sono accusati a vario titolo di resistenza a pubblico ufficiale, violenza privata, inosservanza dei provvedimenti dell’autorità e oltraggio. I fatti risalgono al settembre 2015 quando gli attivisti, dopo una manifestazione davanti al cantiere di Chiomonte, impedirono ai carabinieri di circolare. Un’imputata, al tempo presidente della locale sezione dell’Anpi, avrebbe dato del fascista a un carabiniere. Uno dei militari avrebbe detto ai manifestanti cherom e albanesi danno loro meno problemirispetto ai No Tav.

Lo stesso testimone interrogato dagli avvocati difensioni dice di non ricordare di avere detto “quando c’era lui, il movimento No Tav non sarebbe esistito”. Tra gli atti acquisti spunta anche un post pubblicato su Facebook che è palese apologia del fascismo. Sempre tra i teste chiamati dalla difesa, spunta un ex comandate del nucleo radiomobile di Susa. Dice di ricordare che un collega aveva alla scrivania fotografie storiche di Mussolini a Bardonecchia.

Si sa da tempo che i ragazzi che manifestano vengono spesso etichettati come antifascisti e anarchici. Spesso, essendo in contrapposizione alle forze dell’ordine, viene affibbiata ai carabinieri l’etichetta di fascisti, ma si tratta di tafferugli durante le manifestazioni a cui non dare troppo conto. Questi retroscena del processo però sono davvero forti: le dichiarazioni shock di uno dei testimonilasciano a bocca aperta e mettono in dubbio alcuni arresti fatti.

Intanto Toninelli apre il bando

Tornando però al presente, il ministro dei Trasporti delle Infrastrutture Danilo Toninelli, a sorpresa, si dice possibilista all’apertura del bando di gara. Non ci si capisce più nulla! Va detto che secondo la legge francese, l’apertura del bando di gara non costituisce l’obbligo di avviare effettivamente i lavori. Sottigliezze burocratiche insomma, che comunque non chiariscono la questione.

Infatti, resta del tutto oscuro il parere finale del governo sulla questione. Che il piano sia prendere tempo fino a dopo le elezioni europee? Può essere che i 5Stelle aspettino il colpo di grazia senza farsi valere nell’attesa. Va ricordato che, tra le tante promesse elettorali dei penta stelati, c’era il blocco dell’opera. Parte dell’elettorato ci crederebbe ancora e cedere ora significherebbe perdere definitivamente i voti.  E l’analisi costi benefici? Boh, sparita nel baratro degli uffici europei. Toninelli assicura che il governo prenderà una decisione entro la settimana prossima. Il motivo della possibile apertura del bando di gara è l’ennesimo modo per tenere il piede in due staffe: evitare lo scontro con gli alleati di governo della Lega e non tradire l’elettorato.

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Tav: il governo temporeggia ancora approvando la mozione alla Camera ma le imprese sabaude minacciano scioperi

La maggioranza M5S – Lega è costantemente presa d’assalto su questioni molto importanti per lo sviluppo del Paese, una tra tutte la Tav e, a seguire, le votazioni per rinnovare il parlamento Europeo. La maggioranza ancora traballa e non trova un punto d’accordo sulla realizzazione della linea ferroviaria ad alta velocità da Torino a Lione. Salvini dice sì, ma gli alleati gialli dicono “Aspetta”. Aspettare cosa? Beh, la famosa analisi costi beneficiche è conclusa, ma ancora non è pubblica. Nemmeno arrivato nelle mani di tutti, questo studio riceve critiche da moltissimi in quanto gli esperti chiamati valutare l’opera sono di parte.

Il vicepremier Salvini, che è anche ministro dell’Interno, ribadisce la sua posizione sull’opera. “Faccio tutto ciò che serve per realizzare la Tav” dice il leader della Lega che si mostra possibilista sulla revisione del progetto per risparmiare. Conclude ricordando però che il treno non inquina e costa meno delle automobili. Alcuni giornalisti fanno però notare che il cantiere è fermo e Salvini si difende raccontando che il cantiere era già fermo, come accertato durante la sua visita a Chiomonte durante la quale ha ringraziato le forze dell’ordine che controllano il sito e garantiscono la sicurezza.

La mozione alla Camera

Ovvio che Salvini si mostra possibilista dato che il suo partito, assieme agli alleati di governo grillini, hanno presentato, e poi approvato, una mozione alla Camera per rivedere il progetto. Secondo la maggioranza, la Tav va ridiscussa integralmente nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia. Già i rapporti erano tesi per la quesitone migranti, ora arriva anche questa a minare la collaborazione con i cugini d’oltralpe.

I deputati dem hanno voluto dire la loro in merito alle ultime mosse del governo, alzando in aula dei cartelli con scritto”#SalvaSalvini #BocciaLaTav”. Secondo il Pd questo voto sulla mozione, è un voto di scambio tra gli alleati di governo. Infatti, i leghisti votano per bloccare la Tav e i penta stellati votano no per il permesso a procedere contro Salvini sul caso Diciotti.

Nonostante ciò, la mozione passa con 261 voti a favore, 136 contrari e due astenuti. Le mozioni presentate dell’opposizione Fi, Pd e F per sbloccare i bandi di gara per la realizzazione del tunnel di base sono invece state bocciate.

Intanto in Piemonte…

Dopo il voto sulla mozione, le imprese in Piemonte annunciano uno sciopero se il governo blocca la realizzazione della linea ad alta velocità. Chiamparino, presidente della regione, conferma che il Piemonte non accetterà di essere messo nell’angolo. Il governo sta agendo poco professionalmente dato che ha firmato più e più accordi di collaborazione con l’impresa realizzatrice Telt, con la ministra dei trasporti francese e anche con l’Unione Europea.

Insomma, l’obiettivo del governo è di continuare a tergiversare, senza prendere una posizione precisa perché questo vorrebbe dire mettere in grande difficoltà l’accordo tra Lega e 5Stelle. Il rischio di una caduta del governo prima del termine dei 5 anni, cosa che tutti vogliono evitare, come ribadito dal premier Conte intervistato nel weekend.

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Biglietto di insulti per la mamma della bambina disabile che ha trovato nuovamente occupato il parcheggio riservato

Trovare il parcheggio per disabili occupato da chi non ne ha diritto, non è una novità per  Luana, 38 anni mamma di due bambine, di cui una affetta da una grave disabilità neuro psicomotoria. Tutti i giorni mi tocca arrivare una mezz’ora prima all’asilo per discutere con qualcuno che ha occupato il posto per disabili con la solita scusa di esser lì da appena 5 minuti, racconta la madre che accompagna tutti i giorni la figlia all’asilo nel quartiere Parella.

Che cosa è successo

L’altro giorno la cosa però è andata oltre, dopo l’ennesima lite con un usurpatore, tornata all’auto con la bambina si è ritrovata un biglietto di insulti. “Te sei handicappata nel cervello” scritto in un italiano stentato e poco corretto: questa è la frase su un biglietto giallo lasciato da ignoti. Dopo averne parlato con gli insegnanti e gli altri genitori, il padre della bambina vorrebbe addirittura denunciare lo sconosciuto, ma Luana vorrebbe solo chiarire a questa persona che cosa vuol dire avere una bambini con una disabilità così grave.

Insomma, oltre ad avere occupato un parcheggio riservato per disabili, il signore vuole anche avere ragione. La mamma della bambina, dopo questa ennesimo segnale di inciviltà, diffonde la foto sui social e il popolo del web le mostra tutto il suo appoggio. Una piccola gratificazione per una giornata da dimenticare che ha portato all’attenzione dei media questo problema che pare non sia una rarità.

Parcheggi, rampe e passerelle sono installate per rendere un po’ più facile la vita di tante persone che convivono con malattie molto gravi che impediscono loro di camminare e di muoversi liberamente. Fa davvero strano che ancora nel 2019 ci siano persone che non capiscono questo e che non provano alcun tipo di rispetto. Anche se la bambina ha 6 anni e non ha la patente di guida, il suo accompagnatore ha diritto a un posto riservato per poter agevolare le operazioni di salita e discesa dal mezzo. Pare che questo sia difficile da capire a quelle persone che puntualmente occupano il posto per i disabili.

La mamma della bambina è stata costretta a parcheggiare qualche posto più in là e prendere di peso in braccio la bimba, che ormai pesa 25 chili, e portarla all’entrata. Passando davanti al signore che occupava il posto, la donna le ha fatto notare che quello era è per i disabili. Dopo aver sentito la solita scusa del “Sono  solo 5 minuti”, Luana non ce l’ha fatta e ha inveito contro il signore dicendogli che doveva vergognarsi. Tornata alla sua automobile, ecco il bigliettino poco carino che ormai ha fatto il giro del web.

Ancora tanta inciviltà

Ancora tante, troppe, persone vedono il posto per disabili come un privilegio, ma Luana assicura che ne farebbe volentieri a meno in cambio di una vita normale per la sua bambina.  Questa è solo una delle tante storie di inciviltà e poco rispetto che tante famiglie con dei disabili devono affrontare ogni santo giorno, senza nessun tipo di particolare sostengo da parte delle forze dell’ordine.

 

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Guerriglia urbana a Torino per lo sgombero del centro sociale “L’Asilo”

In seguito agli scontri per lo sgombero del centro sociale “L’Asilo”, sono state arrestate sei persone. Tra le accuse, si legge anche un attentato all’ambasciata francese. Dopo le minacce alla sindaca di Torino Appendino, arriva per lei la scorta.

Una scuola materna occupata da oltre vent’anni riceve lo sgombero, ma gli occupanti danno a fuoco e fiamme la città di Torino, anche grazie ad altre forze anarchiche provenienti anche dall’estero. Salvini si dice contento per gli arresti, la sindaca commenta come doveroso e lungamente atteso questo intervento, che soddisfa anche il questore. La maggioranza 5 Stelle invece si divide.

Come si sono svolte le operazioni di sgombero

È iniziato all’alba lo sgombero del vecchio asilo di via Alessandria 12 occupato dagli anarchici, in concomitanza con la notifica di sette provvedimenti di custodia cautelare. Sei persone sono già finite in carcere mentre una ancora è latitante.

Corso Brescia, preventivamene chiuso al traffico, ha visto radunarsi una decina di persone già nel primo pomeriggio quando si sono registrati alcuni momenti di tensione. La polizia in tenuta anti sommossa ha fatto indietreggiare i manifestati e poi ha bloccato la marcia. In serata arrivano altri anarchici per protestare contro lo sgombero, che era stato rimandato proprio per i rischi di ordine pubblico.

Secondo le indagini della Digos di Torino, l’asilo era un centro stabile con compiti ben specifici, legato anche a degli ordigni esplosivi ritrovati il 30 aprile e il 9 giugno davanti a degli uffici postali a Torino. Tra i tanti capi di accusa, pare che il centro occupato sia coinvolto anche di un attentato contro l’ambasciata francese a Roma.

Durante le operazioni di sgombero, gli anarchici hanno dato vita ad azioni di guerriglia urbana, incendiando cassonetti, infrangendo la vetrina dell’autorità per il controllo dell’acqua pubblica e bloccando i mezzi pubblici lungo corso Regina Margherita.

Le reazioni

Il questore commenta l’operazione come esemplare e importante, viste le tante indagini che avevano il centro come comun denominatore. Gli anarchici esercitavano una sorta di controllo nel quartiere, dove tanti residenti non ce la facevano più e durante i tafferugli hanno urlato dai balconi “ Andate a lavorare”. Tante proteste, cortei, blocchi stradali, scontri con le forze dell’ordine etc. hanno visto come protagonisti gli anarchici del centro occupato; da qui la necessità dello sgombero per motivi di ordine pubblico.

La sindaca Chiara Appendino: affida i suoi commenti a Tweeter da cui ringrazia gli agenti che permettono al quartiere di ritrovare un po’ di normalità. Colpevole non solo di avere spalleggiato lo sgombero, ma anche di avere condannato gli scontri, la sindaca Appendino finisce nel mirino degli anarchici. In città appaiono delle scritte degli anarchici “Appendino appesa”, da qui la misura cautelare della scorta.

Intanto, dalla maggioranza 5 Stelle arrivano dure citriche all’operato della sindaca e del Comune. Il consigliere comunale M5S Damiano Carretto commenta duramente i toni trionfali assunti dalla sindaca, auspicando la stessa solerzia verso altre azioni utili in questi quartieri come la lotta allo spaccio e alla criminalità organizzata.

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Giorni della merla da manuale: neve e freddo a Torino e in tutta la regione

Nella tradizione popolare gli ultimi giorni del mese di gennaio – 29, 30, 31 – sono chiamati “della Merla” e sono caratterizzati dal freddo. Quest’anno in tutta Italia, la tradizione popolare non ha sbagliato: freddo e neve hanno investito l’intera penisola che ora fa i conti con temperature al di sotto della zero e anche molta neve. Pare proprio che l’inverno sia arrivato, citando a una famosa serie tv fantasy, anche nella città di Torino.

La neve non ha ancora smesso di scendere e probabilmente la perturbazione non si esaurirà fino a notte. La nevicata in città è stata meno intensa di quanto previstocon qualche fiocco all’alba e poco più, ma si attende un intensificamento nelle ore serale e notturne. L’allarme meteo aveva messo tutti sull’attenti e per fortuna non è servito attivare gradi manovre del piano neve. Insomma, tutto regolare è solo l’inverno che tanti stavano aspettando, anche per pulire un po’ l’aria inquinata della città e anche di tutto il resto del settore padano.

La situazione però cambia se ci si sposta sui rilievi della regione Piemonte. In Val di Susa sono caduti 40 centimetri di soffice neve bianca e verso il confine con la Francia si arriva a 70 cmdi neve fresca. La perturbazione a carattere nevoso ha imbiancato anche le zone di Cuneo, Asti, tutto il basso Piemonte e non sono stati risparmiati nemmeno i rilievi collinari e i settori pedemontani. Contenti gli sciatori che possono godersi le piste finalmente innevate in modo naturale senza far ricorso ai cannoni.

Il meteo nelle prossime ore

Ora a preoccupare è il gelo che colpirà in ogni zona del Piemonte con temperature minime sui -2/-3 °C a Torino. Anche le zone in pianura vedranno gelate durante la notte. Il cielo resterà coperto e nuvoloso per tutto il fine settimana. Nuove piogge sono attese nel pomeriggio di sabatofino a domenica notte. A partire delle quote collinari, si vedrà di nuovo la neve.  La situazione di mal tempo proseguirà per tutto il weekend e il sole si rivedrà, forse, da lunedì.

Tutti a casa da scuola

L’allerta meteo arancione ha messo in allarme un po’ tutte le province del Piemonte e in mezza regione gli studenti sono rimasti a casa. Colpa di una piccola psicosi di tanti sindaci che hanno preferito non rischiare, chiudendo le scuole e lasciando tutti gli alunni a casa, i quali sono molto felici ma i loro genitori di sicuro meno. Le previsioni meteo hanno messo tutti in agitazionee i cancelli degli istituti scolastici per moltissimi studenti riapriranno solo lunedì. Questo è quanto successo a Cuneo, nell’astigiano e nell’alessandrino dove i genitori si sono ritrovati con i ragazzi a casa senza sapere a chi affidarli.

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Buon 2028 esimo compleanno: gli studiosi scoprono che Torino è stata fondata il 30 gennaio del 9 a.C.

Pare che il capoluogo sabaudo sia nato il 30 gennaio del 9 a.C.. La scoperta è stata possibile grazie all’incrocio dei dati di un archeologico e un’astronoma che sono riusciti a risalire al giorno della fondazione della città. Gli studiosi hanno usato il sistema gps di precisione per decretare che oggi Torino compie ben 2028 anni.

Il giorno 30 gennaio 9 a.C. sorgeva la città Augusta Taurinorum, l’antenata della odierna Torino. L’astronoma Mariateresa Crosta, dell’Istituto Nazionale di Astrofisica di Torino e l’archeologo Sandro Caranzano, direttore del Centro Studi Herakles di Torino, hanno pubblicato le loro scoperte sul sito ArXiv. Secondo la pubblicazione, la determinazione di questa precisa data si ha grazie all’uso e alle misurazioni del gps.

Come determinare il giorno della fondazione della città

Tutto inizia dalla centralissima via Garibaldi che è orientata come l’antico decumano di Torino, cioè verso est. Per determinare dove passava il decumano si fa riferimento all’angolo in cui è sorto il sole al momento della costruzione della città. L’archeologia spiega che secondo le antiche tradizioni romane, e ancora prima etrusche, quando si fonda una nuova città, si traccia il decumano in linea con il punto in cui il sole sorge. Il sole però sorge in un punto diverso ogni giorno e quindi il decumano può aiutare ad avere la precisa posizione del sole nel giorno della fondazione; questo è il ragionamento che ha ispirato le ricerche degli studiosi.

Una volta ottenuta la misura dell’angolo, gli studiosi sono saliti a ritroso alla ricerca della data in cui il sole aveva quella precisa angolazione. I ricercatori hanno ideato un programma apposito che tiene conto di moltissime variabili, come il moto apparente del sole attorno alla terra che non è perfettamente uniforme per colpa delle irregolarità della rotazione del pianeta.

I dati incrociati e analizzati dal programma hanno prodotto due possibili risultati: l’11-12 novembre oppure il 30 gennaio. Passando all’analisi della documentazione storica, gli studiosi ritengono che la data più probabile sia il 30 gennaio. Il motivo sarebbe la coincidenza con una data molto cara a Ottaviano Augusto: la festa della Pace istituita dopo la conclusione delle guerre alpine. Una volta che il giorno è stato determinato, il programma ha poi stabilito quale fosse l’anno coretto, cioè il 9 avanti Cristo.

La coincidenza con i primi festeggiamenti dell’Ara Pacis a Roma in Campo Marzio non è una coincidenza. È probabile che i romani fondarono la città dopo che era stato un accampamento durante le guerre alpine. Probabilmente, all’inizio la città era un accampamento romano che poi si è allargato fino a diventare la città che oggi tutti conoscono. Questo viaggio nella storia grazie all’archeologia e all’astronomia ha datato la fondazione di Torino a 2028 anni fa per un compleanno davvero speciale.

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La situazione meteo in Piemonte: il vento ha portato bel tempo, forse un po’ di pioggia da giovedì

In Piemonte, il forte vento di Phon ha raggiunto anche i 136 km/h. La raffica più forte si è registrata in Sestiere ma anche nel capoluogo sabaudo il vento si è fatto sentire, arrivando a una velocità di ben 65 km/h tra la notte e il mattino. Il vento caldo che spazza via le nuvole ha fatto salire le temperature anche fino a 15° C già alle ore 9 del mattino.

Le raffiche di vento hanno destino breve e si attenueranno già nel primo pomeriggio. Questo forte vento ha portato con sé tempo stabile e soleggiato in tutta la regione. La situazione però non è così idilliaca come sembra, anzi. Nelle zone innevate il rischio valanghe è stato innalzato: il sole può provocare lo scioglimento anticipato delle nevi perciò massima allerta sui pendii. La neve è proprio la grande assente di questo inizio 2019, come lo sono tutte le precipitazioni che mancano da oltre un mese.

Tolto il blocco alla circolazione

Nonostante ciò, il vento di favonio che ha soffiato tutta la notte ha avuto un effetto benefico, cioè ridurre la cortina di inquinamento che aleggia sul Piemonte. In assenza di piogge e precipitazioni, il livello di polveri sottili presente nell’aria è cresciuto, ma per fortuna il vento ha spazzato il cielo che torna terso e dall’aria più pulita. Grazie a questo, pare che nei prossimi giorni si attenueranno i blocchi del traffico. Nella città di Torino sono fermi da giorni anche i diesel euro 5 che potranno tornare a circolare già in mattinata. La libera circolazione è prevista anche per i diesel euro 4 da domani.

Le misurazioni dell’Arpa confermano che negli ultimi due giorni il livello di polveri sottili è diminuito sotto il limite di legge, consentendo il ritorno alla libera circolazione. Le previsioni di bel tempo però potrebbero far tornare a una risalita delle polveri sottili già da mercoledì. Intanto il blocco è stato tolto dopo ben 2 settimane.

Rischio incendi in tutto il Piemonte

Il forte vento rende difficile anche la situazione degli incendi. La grande siccità non aiuta per niente i boschi che brucano in val Sangone. Ora la situazione è sotto controllo, ma il vento che soffiava tutta la notte, ha allargato il fronte. Altri incendi sono stati segnalati nel Canavese, a Corio e a Levone. Insomma, l’allerta è massima per evitare che il patrimonio boschivo venga distrutto

Il meteo nei prossimi giorni: forse pioggia (poca) giovedì

L’alta pressione, responsabile del tempo stabile, ha però le ore cotante. Il fronte che ha ridotto le precisazioni, le nevicate e ha assicurato temperature miti anche in alta montagna, oltre ad aria inquinata in pianura, si ritirerà verso l’Atlantino, facendo arrivare correnti di aria umida da Occidente. Instabilità e qualche precipitazione dovrebbe arrivare già da giovedì. Un fronte di aria fredda che favorisce perturbazioni più importanti non prima del 20 – 25 gennaio con possibili nevicate anche a bassa quota e in città.

natale pernigotti
Messa di Natale al presidio Pernigotti: parole di conforto dal vescovo e arriva la proposta di acquisto da parte di Sperlari

I bancali dove gli operai sistemano i dolci da spedire diventano un altare improvvisato per la messa di Natale alla fabbrica Pernigotti di Novi Ligure. Le sedie ordinate, qualche stella di Natale e addobbi: gli addetti della Pernigotti accolgono così il vescovo di Tortona Vittorio Viola, il quale ha deciso di celebrare la messa nel cortile dell’azienda. Sono ormai un paio di mesi che gli operai presidiano il sito produttivo che i proprietari turchi vogliono chiudere.

Sono di estremo conforto le parole scelte con attenzione del vescovo Viola che sta dalla parte degli operai. Intenti a seguire l’idolo falso del denaro, i proprietari turchi tolgono la dignità dell’uomo che lavora, dice il vescovo che giudica come molto significativa la solidarietà che l’intera comunità sta dandoin questa difficile situazione. Non bisogna rassegnarsi alla vittoria del sistema senza fare nulla, continua il vescovo, che auspica in un Natale che porta la consapevolezza di una società nuova stretta e vicina agli operai.

Tutta la cittadinanza ha assistito alla messa alla Pernigotti. Nelle prime file non solo gli operai, ma si sono seduti anche i sindacati e il sindaco di Novi Ligure Rocchino Muliere. Commosso, il primo cittadino ha preso la parola per ringraziare il vescovodel suo grande dono per la città e anche agli addetti che sono in fabbrica da due mesi al freddo per difendere il loro posto di lavoro e il futuro del marchio nato a Novi Ligure.

I lavoratori mettono l’accento sulla differenza di questo Natale rispetto a quello degli anni precedenti: invece di esser a casa a cucinare per tutta la famiglia, quest’anno c’è l’incertezza riguardo al futuro. Quest’anno la famiglia si è allargata grazie alla grande solidarietà ricevuta dalla comunità. Ora si attende che qualcosa si muova, mentre continua il presidio della fabbrica anche durante le feste.

Intanto la proprietà turca si muove e cambiano i delegati incaricati della Pernigotti. Insomma, le manovre per decidere del futuro dell’azienda e del marchio di Novi Ligure entrano nel vivo. I fratelli Toksov vogliono vendere la fabbrica, sta a vedere a chi però.

È arrivata una proposta di acquisto da parte della Sperlari, altra industria dolciaria, che è interessata sia al marchio che allo stabilimento piemontese. La Sperlari ha promesso che manterrebbe l’attuale livello occupazionale e questo sarebbe ideale per gli operai che non sperano altro. Un’altra proposta è arrivata da un gruppo indiano, però.

La Sperlari di Cremona è controllata dal un gruppo tedesco Katjies International Gmbh e si occupa di produrre caramelle, torrone, torroncini, mostarda e simili. L’incontro tra i tedeschi e i turchi è fissato per il 4 gennaio, anche se non vi è la conferma ufficiale da parte dei proprietari turchi. Non ci sono invece ulteriori notizie in merito all’incontro con gli indiani.

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La Torino che vuole andare avanti: tutti in piazza se la Tav non si fa

L’ex  sottosegretario ai Trasporti Mino Giachino  è pronto a sfidare il governo sulla questione Tav, treno alta velocità che dovrebbe collegare Torino a Lione creando un nuovo corridoio strategico per lo sviluppo di tutto il nord ovest. Giachino è stato uno dei maggiori promotori alla manifestazione “Sì, Torino va avanti” dello scorso 10 novembre in piazza Castello a Torino, sostenendo l’importanza dell’opera non solo per il Piemonte, ma anche per le altre regioni italiane del nord ovest, tra cui Liguria con Genova e il suo porto.

Giachino lancia un ultimatum all’attuale ministro dei Trasporti Danilo Toninelli: se il governo dice No alla Torino – Lione, tutti scenderanno in piazza. Essendo questa un’opera doverosa per la crescita, che nell’ultimo trimestre si è frenata come dimostrano anche gli ultimi dati Istat. Se la fantomatica analisi costi – benefici, di cui ancora non si sa nulla dopo mesi e mesi, dirà No alla Tav, sono pronti a scendere in piazza, secondo Giachino, tutti quanti. L’intenzione è quella di chiedere ai sindacati di indire uno sciopero generale. Assieme a questa iniziativa, ci sarà la richiesta direttamente a Salvini, ministro dell’Interno e vicepremier bis, della crisi di governo.

Su Change.org Giachino ha lanciato la petizione Sì Tav che ha già raggiunto più di 106 mila adesioni. Inoltre, Giachino presiede anche l’assemblea Si lavoro – Si Tav, un comitato che si è di recente riunito per fare il punto dopo due anni di lavori. La manifestazione del 10 novembre ha dimostrato che non tutti sono contro la Tav, ma piuttosto che moltissimi vogliono quest’opera di vitale importanza per il futuro dell’intero Paese. Non ci si rassegna alla decrescita e il clima attorno a questa infrastruttura è cambiato moltissimo. In piazza Castello il 10 novembre c’era l’altra Italia: quella del lavoro e dello sviluppo. La Torino che cresce e genere migliaia di posti lavoro vuole la Tav e l’ha dimostrato scendendo in piazza.

L’impegno di Giachino e dei suoi è destinato a continuare fino a quando non otterranno quello che vogliono, cioè il riavvio del cantiere italiano per realizzare l’opera che collega Italia a Francia. È un’opera strategica per il rilancio dell’economia e del lavoro, continua Giachino che si dichiara anche pronto a incontrare il ministro del lavoro e sviluppo economico e vicepremier Luigi Di Maio e anche il ministro Toninelli.

Lo scopo sarebbe quello di far capire i benefici della linea Torino – Lione dato che non si sa chi sia stato chiamato a esporli nel tanto discusso documento di analisi costi – benefici. Questo documento fantasma non si sa bene da chi sia redatto, chi siano gli esperti chiamati a elencare i costi dell’opera e i benefici attesi nel futuro dato che Giachino e tutte le associazioni a favore dell’opera non sono state chiamate in causa. Il rischio che tanti temono è che si tratta di un documento di parte, redatto con lo scopo di arrivare alla finalità che i 5 Stelle vogliono, cioè non realizzare l’opera. La politica del confronto con chi ha posizioni diverse si basa sulle competenze e sui contenuti ed è la migliore arma contro il populismo.