treno alta velocità torino lione
Tav, che pasticcio: meglio fare il punto della situazione

La situazione Tav Torino – Lione è praticamente fuori controllo, è arrivato il momento di fare il punto della situazione per capire a che punto è l’opera. In attesa della famosa analisi costi – benefici richiesta dal Ministro Toninelli che intanto ha bloccato tutte le grandi opere della penisola, vige una grandissima confusione.

Partendo dalle istituzioni, il governo è spaccato in merito alla Tav: la Lega si dice favorevole alle grandi opere, mentre i 5 Stelle sono contrari. Il partito ha ottenuto molti voti al nord proprio per la sua presa di posizione vicina alle popolazioni della Val di Susa contro la realizzazione della linea ad alta velocità. Il presidente della regione Piemonte, Sergio Chiamparino, è convinto che l’opera si debba fare perché ha una forte rilevanza strategica per lo sviluppo economico di tutto il nord. La sindaca di Torino, Chiara Appendino, invece è contraria, anche se è un po’ schiacciata dai più radicali del consiglio comunale che spingono per posizioni più dure.

Per quanto riguarda le associazioni, gli imprenditori sono preoccupati per i grossi ritardi nella realizzazione dell’opera che è indispensabile per entrare nel futuro. Gli agricoltori e le popolazioni sono contrari. Il loro è un problema di tipo ambientale: la linea ad alta velocità avrebbe un impatto enorme sul territorio che invece andrebbe tutelato così com’è.

Dall’altro lato, i francesi hanno già finito i lavori e attendono solo che il cantiere dal lato italiano riparta e concluda i lavori. L’Europa è ovviamente favorevole all’opera per cui ha anche già elargito fondi su fondi, che l’Italia dovrebbe restituire nel caso non completi il tunnel.

La situazione non è chiara nemmeno tra la popolazione. Da poco c’è stata una manifestazione auto organizzata da un gruppo di donne, ribattezzate madamine, che ha avuto un grandissimo successo. Infatti, moltissimi sono scesi in piazza a Torino senza simboli per dire a gran voce” Sì, Torino va avanti”. Altra storia è quella del gruppo No Tav è da anni che combatte contro la realizzazione del treno ad alta velocità, arrivando anche ad occupare i cantieri.

Insomma, una grande confusione e in tutto ciò spunta una nuova proposta del ministro dell’Interno e vicepremier Salvini: il referendum. Sarà un’altra sparata o si tratta di un’iniziativa che avrà seguito? Purtroppo, non si può dire perché questo nuovo governo del cambiamento ci ha abituati a uscite e proposte giornaliere che poi cadono nel dimenticatoio. I post, i tweet, i video, le dirette etc. sono una continua campagna elettorale di promesse che poi vengono puntualmente disattese. Questo crea una grande incertezza sulle reali intenzioni del governo che nel contratto di governo non hanno specificato la posizione ufficiale che arriverà solo dopo la famosa analisi costi – benefici. Potrebbe sembrare una buona idea, ma va detto che questa analisi è un altro punto poco chiaro: a chi stata commissionata? Quali sono i criteri per giudicare le opere?

 

 

tweet salvini
Salvini anticipa in un tweet le operazioni contro la mafia nigeriana a Torino: è scontro con il procuratore Spataro

Il ministro dell’interno Matteo Salvini ha scritto in un tweet alcuni particolari in merito all’operazione in corso contro la mafia nigeriana. Il tweet ha fatto apparecchio discutere perché era uno “spoiler”che poteva mandare in fumo mesi e mesi di indagini. Il procuratore capo di Torino Armando Spataro è stato molto critico verso Salvini che, accusandolo di avere danneggiato le indagini in corso. Dopo le dichiarazioni online, arriva un comunicato della procura nella quale si legge che per il futuro si spera che non ci siano fughe di notizie, evitando il rischio di danneggiare le indagini in corso.

Verso le 9 del mattino il vicepremier leghista dichiarava con orgoglio via Tweeter l’arresto di 49 mafiosi a Palermo, fin qui tutto bene. Ringraziando le forze dell’ordine, Salvini continua dicendo che sono stati arrestati anche altri 15 mafiosi di origine nigeriana a Torino, assieme anche ad altri 8 spacciatori a Bolzano. Il ministro sottolinea come queste persone avessero permesso di soggiorno per motivi umanitari e clandestini. Insomma, il ministro è ancora in campagna elettorale secondo molti, sempre intento a farsi pubblicità in tutti i modi, anche quando le indagini non sono concluse.

Il procuratore Spataro replica con un comunicato stampa additando certe dichiarazioni fuori luogo su indagini che erano (e sono) ancora in corso. Inoltre, le dichiarazioni di Salvini sono imprecise: i 15 nigranti non sono stati arrestati, ma si stanno eseguendo delle ordinanze di custodia cautelare. La procura ci teine anche a sottolineare che le indagini non sono svolte dalle forze dell’ordine, le quali agiscono per la procura e giudiceincaricato delle indagini preliminari. Per nessuno degli indagati è indagato per associazione mafiosa. Inoltre, gli indagati non sono 15 e sono ancora in corso le ricerche di alcuni di loro.

È proprio in merito a quest’ultimo passo che c’è stata un’anticipazione online, rischiando di avvertire proprio quelli che ancora sfuggivano alla cattura, i quali potevano allontanarsi dalla zona calda. il tweet di Salvini, dice il comunicato, viola le prassi e le direttive vigenti tra gli organi giudiziari e la polizia giudiziaria in merito alla diffusione dei dettagli delle indagini. Contenuti, modalità e tempi sono sempre concordati per evitare proprio questi fatti. Le informazioni di interesse pubblico devono esser sobrie e rispettare i diritti di chi è indagato, qualunque sia il reato contestato. È prerogativa dei titoli dell’azione penale divulgare tali notizie, solo quando esse sono concluse.

Al comunicato stampa della procura di Torino segue un video messaggio di Salvini che si difende dicendo che lui ha tweetato molto dopo gli arresti. Il numero uno del Viminale aggiunge che se Spataro è stanco, può andare in pensione e lasciare il posto ad altri, giudicando come inaccettabile tale comunicato. Non si può infatti, secondo il numero uno della Lega, dire che il ministro dell’Interno compromette arresti e indagini. Meglio pensare prima di aprire bocca, sente nel video (da che pulpito!). Il video scatena ulteriori polemiche tra i togati del Consiglio Superiore della Magistratura e non solo.

 

mole torino
Torino come Parigi: la Mole Antonelliana si veste a festa

Iniziano le celebrazioni per festività natalizie e del nuovo anno a Torino, con il suo monumento simbolo illuminato da una nuova tecnologia.

La Mole Antonelliana illuminata di blu

In occasione delle celebrazioni del Natale e dell’anno nuovo, la città di Torino ha voluto fare qualcosa di speciale. Ispirandosi alle coreografie di luce che accendono tutte le sere al Tour Eiffel di Parigi, Torino ha deciso di fare lo stesso con il monumento simbolo della città: la Mole Antonelliana. Per l’edificio che ospita anche il Museo del Cinema, sono servite ben 2500 lampadine stroboscopiche a ledmesse su tutta la cupola e l’appuntita guglia. Il nome di questa tecnologia si chiama Iren. La luce blu intermittente che crea giochi di luce mette in risalto l’architettura della Mole, una costruzione del 1863. Si chiama Mole perché era l’edifico più alto dell’Europa e Antonelliana in onore del suo architetto Alessandro Antonelli.

La cerimonia di accensione con la sindaca

All’accensione ufficiale era ovviamente presente la prima cittadina della capitale sabauda, Chiara Appendino. Ad assistere all’accensione della Mole con la sindaca c’era anche il presidente di Iren Paolo Peveraro. La sindaca ha rilasciato alcune dichiarazioni ai giornalisti presenti, dicendo che è stato un lavoro molto importante e di completo cambiamento rispetto all’anno precedente. La tecnologia Iren mette insieme due punti fondamentali per la giunta torinese: l’illuminazione a festa del monumento simbolo della città con la sostenibilità ambientale.

La nuova tecnologia Iren

La nuova illuminazione sviluppata da Iren ha rimpiazzato i vecchi proiettori. Le apparecchiature messe in cima alla Mole sono 43, tutte led ad alta potenza. È possibile comandare l’illuminazione del simbolo della città a distanza in remoto grazie al collegamento con la fibra ottica. L’installazione di queste lampade di ultima generazione è stato possibile solo grazie all’intervento di un team di alpinisti. Con l’aiuto di corde e altre attrezzature tecniche, gli specialisti delle installazioni ad alta quota sono riusciti a posizionare tutte le sfere luminose come previsto dal progetto. I nuovi proiettori della Mole garantiscono non solo una migliore resa luminosa, ma aiutano a risparmiare energia elettrica. Infatti, si tratta di dispositivi a risparmio energetico che funziona con il 50% in meno dell’energia utilizzata dai vecchi proiettori.

Peveraro dive che per Iren è un appuntamento importante occuparsi dell’illuminazione della Mole Antonelliana. Dopo il Natale 2017, Iren ha deciso di proporre all’amministrazione ulteriori cambiamenti per la città del futuro, prestando sempre più attenzione all’ecologia. Dopo ben 111 anni di presenza di Iren a Torino, questo è il progetto che corona una visione comune per il futuro della città.

Non solo a Natale…

Infine, un’ultima notizia: la nuova illuminazione Iren resterà attiva anche dopo le feste natalizie, per illuminare le serate torinesi, proprio come fa la Tour Eiffel a Parigi.

 

pernigotti novi ligure
Alta tensione alla Pernigotti di Novi Ligure: la proprietà turca vuole chiudere e trasferire

A Novi Ligure la storica fabbrica Pernigotti chiude e la produzione sarà trasferita. Lo ha fatto sapere da alcune settimane la proprietà turca. La notizia arriva dai sindacati e dal ministero del Lavoro e dello Sviluppo Economico. La notizia scuote il piccolo centro piemontese di Novi Ligure, dove la Pernigotti è nata e cresciuta. Non c’era motivo di pensare a una chiusura e trasferimento, dicono i dipendenti che hanno sempre visto lo stipendio versato regolarmente. La storica fabbrica non è infatti in crisi, ma i turchi vogliono trasferirei la produzione per risparmiare.

Il vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio, fa subito sapere che incontrerà i vertici turchi per mediare un accordo che non porti via la Pernigotti da Novi Ligure, dove è nata. Inoltre, il ministro fa sapere che lavorerà a una proposta di legge per impedire che i marchi storici nati in Italia vengano sradicati e trasferiti fuori dal Paese, soprattutto se la proprietà non è in crisi. Questa novità arriva seconda all’altra proposta di legge che vuole impedire alle aziende che hanno ricevuto aiuti statali di trasferirsi all’esterno, della quale però non si è saputo più nulla. Entro la fine dell’anno, dice il leader 5Stelle, si farà una legge che vincola i marchi al loro territorio.

Intanto gli oltre 200 operai che lavorano alla Pernigotti hanno occupato lo stabilimento dove avviene la produzione dei prodotti dolciari. Il presidio fa sapere che la loro intenzione ora è quella di rilevare il marchio Pernigotti dalla proprietà turca al fine di mantenere assieme la produzione con il marchio, nato proprio qui a Novi Ligure e fortemente legato ai cittadini. La scelta di delocalizzare, continuano dal presidio dei lavoratori, è una vera e propria truffa non solo per i dipendenti ma, soprattutto per i consumatori che pensano di comprare cioccolatini Pernigotti prodotti in Italia, invece sono fatti in Turchia.

La tensione in questi giorni è ancora alta: la direzione turca intima di cessare l’occupazione perché questo tipo di comportamento frena l’arrivo di potenziali acquirenti. Sullo stabilimento pendono oltre 100 licenziamenti, cioè la metà del personale.

Il comportamento dei dipendenti, secondo i turchi, compromette la produttività aziendale e impedisce l’acceso al sito da parte di terzi che hanno manifestato interesse nell’acquistare lo stabilimento e / o i macchinari. La proprietà turca accusa pesantemente gli occupanti di creare un danno economico a tutte le categorie: consumatori, fornitori, potenziali acquirenti nonché dipendenti stessi.

Intanto, i lavoratori hanno incontrato il presidente del Piemonte Sergio Chiamparino che ha garantito il pieno appoggio. Infatti, anche il consiglio regionale ritiene scellerata la decisione dei turchi. Si vuole puntare a trasformare la cassa integrazione per cessata attività in cassa integrazione per la ristrutturazione. Saranno vagliate e sostenute dalla regione Piemonte tutte le possibili soluzioni per la produzione e l’occupazione sul territorio. In merito all’arrivo di terzi interessati, come dice l’azienda turca, Chiamparino comunica di non saperne nulla e di sicuro ci sarebbero ben altre aziende dolciarie piemontesi che potrebbero esser interesse alla Pernigotti, anche se in questi giorni si prospetta l’ipotesi che i lavoratori acquistino il marchio e lo stabilimento.

 

corteo no tav torino
La sindaca Appendino in grande difficoltà tra i No Tav interni alla sua maggioranza e il malcontento dei cittadini Sì Tav

Il vertice tra la sindaca di Torino Chiara Appendino e la sua maggioranza è davvero un ostacolo duro per il Movimento 5 Stelle che si trova in impasse. Il bivio è seguire la pancia oppure fare il bene della città. La Appendino inizia a capire che deve fare una sintesi, mettendo forse in secondo piano alcune convinzioni personali. In seguito alla manifestazione della madamine con oltre 30 mila partecipanti per il Sì alla Tav Torino – Lione, la sindaca deve fare un paio di conti. Si apre così una profonda spaccatura tra la maggioranza in consiglio comunale.

Il nodo ora è chi inviare alla manifestazione No Tav indetta il prossimo 8 dicembre. Pare proprio che la sindaca non prenderà una netta posizione, ma ci sarà il suo vice, Guido Montanari. I grillini ora fanno i conti con la lotta coerente ai pensieri fondanti, oltre che alle promesse elettorali fatte anche a livello nazionale, ma anche con la volontà di ricucire il rapporto con una cittadinanza che accusa la sindaca di avere rovinato la capitale sabauda. Quella cittadinanza scesa in piazza per dire “Sì, Torino va avanti” voleva anche esprimere il disagio di una città con grande potenziale che invece non fa passi avanti, anzi. La protesta segna i pentastellati, a Torino come a Roma. Per questa ragione, apre che l’appendice meno dura e più aperta del Movimento abbia iniziato un lavoro di riappacificazione per moderane i toni e trovare un punto di incontro.

La prova di questo tentativo è la riunione, seppur informale, tra la sottosegretaria all’Economia Laura Castelli e il presidente della camera di commercio torinese Vincenzo Ilotte. La grillina originaria di Torino ha voluto vedere il presidente per capire che cosa serve alle imprese del territorio, perciò non si faceva troppo riferimento alla Tav, anche se non è un mistero che imprese, e quindi anche Camera di Commercio, siano per il Sì all’opera.

Il rischio per il M5S è creare un forte malcontento tra la popolazione, soprattutto quella che non ha votato 5 Stelle. Il consigliere Damiano Carretto, molto vicino ai comitati e manifestanti No Tav, era certo che la città di Torino sarebbe stata rappresenta al corteo, ma la capogruppo Valentina Sganga lo ha sconsigliato vivamente perché questa scelta avrebbe potuto ritorcersi contro il partito di maggioranza. Alla fine, la Appendino ha dichiarato che le posizioni dei manifestanti e quelle personali, ma anche del consiglio comunale, coincidono, ma al corteo non ci saranno simboli istituzionali che appartengono a tutti i cittadini e non solo a una parte.

Insomma, la sindaca trova una via di mezzo che non scontenta nessuno, ma che anche non accontenta. Questo punto di equilibrio tra le due posizioni è molto precario e si capisce tutta la difficoltà della prima cittadina. Prima la Appendino fa mettere in ordine del giorno l’approvazione di una mozione contro la Tav che faceva contenta la sua maggioranza, ma che ha creato una reazione a catena di scontento tra imprenditori, artigiani, commercianti etc. confluito nella manifestazione dei Sì.

manifestazione tav
La manifestazione Sì Tav in piazza Castello: pacifica e senza bandiere

Si svolgerà sabato in piazza Castello a Torino la manifestazione Sì Tav, promossa da sette donne che dicono di esser a favore dello sviluppo della città. La manifestazione sarà pacifica e dai toni garbati, hanno assicurato, e anche senza bandiere. Nel caso in cui ci fossero delle bandiere di partiti, verrà chiesto di abbassarle. Le uniche bandiere ammesse sono quelle dell’Unione Europea e il tricolore.

L’idea della manifestazione è nata quando in comune o stato votato l’ordine del giorno dei 5 Stelle contro la realizzazione della Torino-Lione. La scintilla si è trasformata in fiammella e poi un grande desiderio di partecipazione popolare per un argomento che è di vitale importanza per lo sviluppo economico e non solo della macro regione italiana del nord ovest. Il manifesto sarà “Sì, Torino va avanti“, racchiudendo ben sei sì: lavoro, studio, cultura, ricerca, solidarietà e sicurezza.

All’iniziativa lanciata sul web, si è aggiunto anche l’ex sottosegretario Mino Giachino, il quale ha avviato una petizione a favore dell’alta velocità Torino – Lione con già 60 mila firme. Alla petizione hanno aderito anche venti associazioni di categoria che rappresentano forze produttive. Questo a dimostrazione che non è come dice la consigliera comunale 5 Stelle No Tav Viviana Ferrero, da cui ha preso le distanze anche la stessa sindaca Chiara Appendino.

Le organizzatrici dichiarano in conferenza stampa di volere una manifestazione civile e composta. In piazza verrà predisposto un altoparlante per fare alcuni interventi. Se dovessero esserci dei disturbatori dell’iniziativa, del tutto pacifica, le organizzatrici si rivolgeranno alle forze dell’ordine. Torino sta diventando una città che si chiude e come cittadini abbiamo pensato di dover fare qualcosa, afferma il comitato promotore, portano in piazza senza urla e violenza la fermezza e l’orgoglio cittadino.

Il sindaco No Tav del comune di Venaus, in Val di Susa, Nicolo Durbiano non le manda di certo a dire. In un post sui social dice che alla manifestazione senza bandiere di ci saranno però degli infiltrati e fa proprio l’elenco: casa Pound, ndrangheta, Pd, corrotti e corruttori, tutti complici dello sfascio italiano. Le dure accuse sono dirette alla manifestazione di sabato a Torino. Durbano continua dicendo che nei commenti al suo post legge commenti di odio di persone che si dicono informate, ma che in realtà non sanno nulla del territorio e del suo sviluppo, il quale dovrebbe avere un’impronta più ecologica e meno infrastrutturale. Quando si chiede a che categoria appartenga lui, il sindaco risponde che fa parte dei sindaci onesti come Appendino che operano nel bene del territorio e dei suoi cittadini, anche se vuol dire andare contro gli interessi enormi. Mettere l’interesse di pochi contro quello di molti è il motivo per cui la questione Tav è così dibattuta.

Il segretario organizzativo del Pd torinese Saverio Mazza è subito pronto a controbattere: il sindaco di Venaus fa parte della categoria dei maleducatie presuntuosi, definendo malavitosi i cittadini che credono nell’utilità dell’alta velocità Torino – Lione.

Il caos sull’alta velocità Torino – Lione: l’analisi costi benefici sarebbe realizzata secondo pregiudizio

Il commissario della linea ad alta velocità Torino – Lione sbotta contro il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, accusandolo di pilotare l’analisi costi – benefici.  Ormai tutti sanno che il ministro 5 Stelle Toninelli ha bloccato tutte le grandi opere per realizzare un’analisi costi – benefici, cioè valutare il costo di ogni singola opera e confrontarlo con i benefici attesi. Secondo il Paolo Foietta, però, l’analisi è senza senso poiché vi è un pregiudizio da parte del ministro e di tutto il suo partito. Toninelli giudica l’opera inutile, ma ciò non ha riscontro nella realtà.

L’esito dell’analisi sulla Tav decisa dal governo avrebbe un esito già scritto, secondo il commissario che ha sempre più forti sospetti che il resoconto verrà scritto secondo i pregiudizi dello stesso ministro, il quale più volte si è infatti schierato contro l’opera. Il ministro Toninelli ha ribadito che la Torino – Lione è inutile, ma si tratta solo di un pregiudizio. Infatti, il ministro penta stellato non avrebbe analizzato nessun dato reale. Tutti i dati aggiornati e le analisi preparate dal Commissario e la sua squadra sono stati ignorati, andrebbero invece lette, discutesse nel dettaglio e non mistificate, come sta facendo l’attuale governo.

Il commissario Foietta attacca nuovamente Toninelli affermando che potrebbe passare alla storia come colui che ha fermato un’opera di enorme importanza strategica, lasciando l’Italia senza un collegamento ferroviario internazionale con il resto dell’Europa occidentale. L’Italia rischia seriamente di restare indietro rispetto agli altri Pesi della zona Euro che hanno realizzato tunnel ferroviari recentemente. Si tratta di Svizzera e Austria che hanno realizzato nuovi tunnel a base che aumentano la sicurezza e anche la competitività. L’asse italiano con il nord – ovest resta sempre più indietro, creando uno svantaggio all’intera nazione che invece ha un estremo bisogno di opere e infrastrutturenuove e sicure.

Le tensioni in giunta comunale sulla Tav non si fermano dopo che Fassino e altri esponenti dei dem sono stati espulsi dell’aula per colpa di cartelli pro Tav. Gli esponenti dell’opposizione di centro sinistra alla giunta comunale 5 Stelle portano in consiglio comunale dei cartelli con la scritta “Torino dice sì alla Tav”proprio nel giorno in cui si votava sul progetto. Il presidente dell’aula è stato costretto a sospendere la seduta per alcuni minuti per fare ritrovare l’ordine e la concertazione. L’ex sindaco di Torino Fassino è stato espulso dall’aulainsieme ad altri consiglieri.

Il fronte Tav è davvero molto caldo dato che anche i cittadini protestano nello stesso momento. Davanti al municipio di Torino mentre su svolgano i fatti appena descritti, si sono dati appuntamento manifestanti pro Tav e anche No Tav. Il consiglio comunale vota per richiedere al governo di fermare i lavori sulla Torino – Lione e i manifestanti si spaccano da una parte chi sostiene che è inaccettabile e dall’altra chi invece ritiene l’opera inutile. I No Tav da sempre si oppongono fortemente all’alta velocità che è già stata finanziata con fondi europei che sarebbe da restituire in caso si dovesse rinunciare.

 

Caso di Claviere: la nota francese smentisce le accuse di Salvini

Un comunicato francese smentisce che dei migranti minorenni siano stati respinti, come invece aveva denunciato via social il ministro degli Interni Matteo Salvini. Tutti i minorenni non accompagnati sono consegnati, invece, alle strutture di accoglienza.

La nota della prefettura fa riferimento al caso di due minorenni che sembrano siano stati respinti tra il confine franco-italiano, ma da oltra l’alpe fanno sapere che le procedure sono state seguite correttamente dai gendarmi. Un altro caso che è stato chiarito è quello dello sconfinamento di alcuni agenti francesi nel territorio italiano, sempre ri-postato dal leader leghista. Salvini aveva postato un video, diventano poi caso – polemica, nel quale tre migranti sono scaricati a Claviere dai gendarmi francesi. Il rappresentante francese fa sapere che anche questa volta sono stati rispettati i regolamentiche polizia italiana e francese hanno sottoscritto, in piena osservanza delle regole comunitarie ed europee.

Ogni giorno arrivano delle liste al confine francese di per segnalare chi non ammesso, però la polizia italiana non riesce a prendere in carico queste persone. Le forze francesi allora riportano queste persone in un posto sicuro nella prossimità del confine, proprio come si deve nel video, assicurandosi che i migranti prendano la giusta strada verso il punto di accoglienza.

Il caso torna in prima pagina dopo l’intervista di Salvini che chiede immediate spiegazioni allo stato francese, accusato di fare il moralista ma poi respingere i migranti. Tra le persone respinte c’erano minorenni e anche donne e non è chiaro perché siano stati rimandati indietro.

Salvini conferma di aver inviato delle pattuglie sul confine per verificare che cosa sita accadendo nei pressi di Claviere e non solo, infatti poco tempo fa si parlava di una situazione simili anche del confine a Ventimiglia. Il vicepremier attende anche che qualche giudice prenda in mano la situazione per indagare meglio, ma forse è l’ennesima frecciatina ai giudici per vai delle sue personali vicende giudiziarie.

In merito alla questione sul tavolo, arrivano anche le dichiarazioni del sindaco di Claviere, Franco Capra. Il primo cittadino del comune italiano vicino al confine francese dice che la polizia sta facendo il suo lavoro. In caso di migranti respinti, questi sono accolti oppure redistribuiti in tutta Italia. Per i migranti non regolari, la polizia avvia le procedure di riconoscimento e altri protocolli da definire in base al caso. Insomma, il sindaco del paese di Claviere, prettamente a vocazione turistica, conferma che le forze dell’ordine stiano facendo il loro lavoro nel modo migliore.

Ben diverse le dichiarazioni del primo cittadino di Claviere,rispetto ai toni da stadio che invece Salvini utilizza in ogni sua uscita. Fare chiarezza è un imperativo dato che i gendarmi francesi pare stiano seguendo le regole comunitarie sull’accoglienza. Il controllo delle frontiere è una materia di competenza del ministero dell’Interno che ha anche rivendicato la diminuzione degli sbarchi, ma ha evidentemente ancora molti problemi con la gestione dei migranti sul territorio. Il futuro di queste persone è piuttosto incerto anche per via della sospensione dello Sprar.

La sindaca Appendino: no alla revisione dei poteri del Presidente della Repubblica, ma resta la piena stima per Grillo, garante del M5S

Dopo la manifestazione a Roma del Movimento 5 Stelle, ancora pesano le parole, del fondatore Beppe Grillo che dal palco ha lanciato un allarme sui poteri del Presidente della Repubblica.  A suo dire, sarebbero infatti troppi e servirebbe una riforma in tale merito. Tutti gli esponenti pentastellati si sbrigano a dissentire dalle dichiarazioni dell’ex comico, compresa la sindaca di Torino, Chiara Appendino.

La sindaca di Torino era ospitata ad Agorà inonda su Rai 3 e conferma l’importanza del ruolo del Presidente della Repubblica, come garante della Costituzione delle Democrazia. La sindaca dice che personalmente non interverrebbe sui poteri del PdR, confermando che nel contratto di governo con i leghisti non c’è nessun tipo di riforma in tal senso. Dopo el invettive lanciata da Sergio Mattarella dal palco M5S, l’Appendino conferma di avere la massima fiducia nel capo dello Stato che ha anche incontrato in alcune occasioni istituzionali. Il Movimento nino ha alcuna intenzione di riformare il ruolo del PdR perciò la questione è già chiusa. Sono altre le priorità del governo lega – 5 Stelle che hanno intenzione di cambiare la vita degli italiani, anche se non si è ancora capito bene come.

La sindaca di Torino difende Mattarella dagli attacchi del fondatore dei movimento, che l’ha sempre sostenuta. È infatti di poche settimane fa l’apparizione a sorpresa di Beppe Grillo al Salone del Gusto di Torino per sostenere la “fantastica Chiara”, come l’ha definita l’ex comico. Dopo le difficoltà con la mancata candidatura di Torino alle Olimpiadi Invernali 2026, Grillo ha parlato in suo favore, ricordano che ha già fatto due mandati nel consiglio comunale di Torino, prima come consigliera e poi come primo cittadino segno del suo impegno.

Torino è una città forte perché dietro c’è un’amministrazione seria, che si distingue per la continuità del suo progetto politico. È evidente che Grillo ci tiene tanto all’amministrazione comunale di Torino che è una delle vincenti, segno che il cambiamento è possibile, dal basso con una squadra forte e motivata. In merito alla figura a al ruolo che Beppe Grillo oggi ha nel Movimento, l’Appendino dice che ormai il partito è cambiato e si è evoluto, assumendo posizioni importanti di governo. Grillo, come suo fondatore, resta una figura di garanzia e di controllo. La sindaca rispetta molto Grillo che è stato vicino nei momenti difficili del movimento.

Quello che però Grillo mette in evidenza è una sfiducia generale verso le istituzioni e chi riveste ruoli istituzionali. Il lavoro che si deve fare è ristabilire la fiducia tra i governanti e il popolo, perché torni ad avere fiducia nella politica, interessandosene nuovamente. Il legame tra i cittadini e chi rappresenta lo Stato, a tutti i livelli, va rinsaldato con il cambiamento della politica, punto per cui il M5S si batte da sempre. Un dibattito sui poteri si può avviare, ma non per rinformali ma per capire le ragioni di tale sfiducia da parte dei cittadini, che si sentono lontani dalla politica e difatti i dati dell’astensione lo dimostrano.

Allarme mal tempo in tutta la penisola: disagi anche a Torino

È allerta meteo un po’in tutta Italia che vede arrivare piogge intense da nord a sud. Anche il Piemonte ha passato una nottata bagnata e al mattino tocca fare i conti dei danni.

Il grave incidente sull’A5

È proprio il mal tempo ad essere il responsabile diretto dell’incidente sull’autostrada A5 Torino-Aosta. Dopo lo svincolo di Ivrea, l’arteria è bloccata e perciò tutti i veicoli sono costretti ad uscire a Ivrea. Intorno alle 9 del mattino, un camion è andato sbattere contro le grandi barriere di cemento che costeggiano il viadotto di Quincinetto. La velocità e la mole del mezzo hanno fatto sì che le barriere fossero addirittura abbattute, creando detriti che sono volati giù dal viadotto.

Attimi di panico che facevano tornare alla mente altre tragedie sulla strada come il crollo del ponte Morandi o l’esplosione del camion sulla A13 dopo Bologna. Per fortuna, in quel momento non c’erano veicoli in transito, evitando così di dover contare anche i feriti e i deceduti. La matrice di questo mezzo pensate si  ribaltata e si è messa di traverso sulla carreggiata. Nel pomeriggio l’autostrada in direzione Aosta è stata riaperta e la provinciale sottostante è già stata liberata dai pezzi delle barriere di cemento che erano cadute di sotto.

I corsi d’acqua: osservati speciali

A causa della consistenti piogge, tutti i corsi d’acqua registrano un innalzamento del livello, tanto che nel torinese il ponte della Bertagna è stato chiuso per motivi precauzionali. Tutti i fiumi e i torrenti della regione sono sotto stretta sorveglianza per evitare che straripino causando disagi anche alla circolazione dei veicoli e dei mezzi. Infatti, in alcune zone, come nella bassa Valsusa, alcune strade sono state chiuse perché allagate.

La situazione nel resto della regione

Si contano disagi alla circolazione anche nel cunese, dove due mezzi pesanti sono finiti fuori strada, sempre per colpa delle forti piogge che hanno colpito tutto il nord ovest. Disagi anche nelle stazioni ferroviarie dove i pendolari raccontano di sottopassaggi allagati e infiltrazioni di acqua anche dalle pensiline dei binari.

La zona dove è caduta più pioggia è quella dell’Infernotto; nel giro di sole 12 ore sono caduti 170 millimetri di pioggia. Non solo pioggia, ma sui valichi alpini oltre i 3 mila metri ha fatto la sua comparsa la neve, che comunque non ha fatto chiudere i valichi. Nel torinese invece sono caduti in 24 ore 277 millimetri di pioggia, mentre in val Bormida si è registrato il picco per la caduta di pioggia in un’ora, cioè 28 millimetri.

La situazione meteo nelle prossime ore

L’instabilità che ha colpito il Piemonte e le altre regioni italiane pare non cesserà a breve. Le temperature previste nella giornata di domani in diminuzione, sia per quanto riguarda le minime che le massime. Sono attesi forti temporali nei settori sud occidentali, tanto che l’Arpa ma deciso di emettere un’allerta gialla. Si segnalano forti raffiche di vento in montagna, inoltre.