Economia circolare in azienda: come implementarla davvero (e partendo dalle piccole cose)

È uno dei temi più discussi del momento e, soprattutto, uno di quegli obiettivi di crescita e di sviluppo da raggiungere entro il 2030. Chi faccia impresa, però, è probabile che si stia chiedendo come poter fare economia circolare in azienda in concreto e con quali vantaggi. Studi e ricerche in materia non mancano, infatti, e sono studi e ricerche che premiano, tra l’altro, l’Italia come Paese virtuoso e al primo posto tra le grandi cinque economie europee o che stimano un risparmio di 72 miliardi di euro all’anno quando la circolarità sarà ampiamente implementata in tutte le economie europee o, ancora, centinaia di migliaia di posti di lavoro in più. Come può, però, un imprenditore o un grande gruppo industriare rendere più circolare il proprio business?

Rispondere non è semplice, anche perché di modelli e applicazioni di economia circolare ne esistono tanti e molto diversi tra di loro. L’ideale per chi abbia intenzione di far diventare la propria azienda un’azienda circolare sarebbe, allora, rivolgersi a servizi ed esperti come quelli di Circularity che guidano ogni singola realtà ad avviare percorsi green più adatti alla propria natura, alla propria storia, alle risorse (umane, finanziarie, eccetera) che si hanno a disposizione e, soprattutto, al proprio settore di riferimento. Non bisogna essere molto addentro alla materia, del resto, per capire che una cosa è evitare gli sprechi e favorire il riutilizzo delle materie prime in un settore come l’alimentare, per esempio, e una piuttosto diversa è assicurarsi della circolarità delle stesse nel tessile o nel settore dell’energia.

Qualche consiglio per cominciare con l’economia circolare in azienda

Qualche tratto in comune tra le diverse vie per implementare l’economia circolare in azienda, però, si può trovare. Uno di questi tratti è anche uno dei primi passi che, in genere, aiuta le aziende a ripensarsi in una prospettiva verde: realizzare un bilancio di sostenibilità. Solo apparentemente si tratta di uno step burocratico e obbligatorio: fissare i propri obiettivi in materia di sostenibilità, definire le strategie attraverso le quali si proverà a raggiungere gli stessi e allocare dei budget appositi è il modo forse più concreto perché grandi temi come il rispetto dell’ambiente, l’uso prioritario di risorse rinnovabili, eccetera entrino nella propria quotidianità aziendale. Allo stesso scopo, e perché sia più facile portare a termine percorsi di economia circolare in azienda, potrebbe essere utile investire in formazione dei dipendenti e nel creare insomma, a valle, una cultura aziendale orientata in questo senso. Quando i principi della circolarità saranno diventati parte integrante della propria vision aziendale, del resto, sarà più facile pensare a prodotti e servizi verdi per design e processi produttivi sostenibili. Una delle maggiori insidie dell’economia circolare in azienda è, del resto, l’incoerenza tra iniziative di corporate social responsibility che fanno bella mostra di concetti come circolarità, eco-sostenibilità e via di questo passo e dinamiche proprie dell’ambiente lavorativo che poco o per nulla risultano circolari ed eco-sostenibili: per evitare scandali o crisi reputazionali di qualsiasi sorta, insomma, sarebbe opportuno cominciare dalle piccole cose. Poi potranno venire, poi, anche le partnership con altri soggetti della propria filiera o di filiere complementari, per esempio, orientate alla circolarità.