Maschere per terapia CPAP: scelta e cenni di manutenzione
Con l’espressione terapia CPAP si fa riferimento a un trattamento con finalità mediche che serve ad aiutare le persone che hanno difficoltà respiratorie a causa di una condizione patologica temporanea o cronica (polmonite, apnea notturna, BPCO, pneumopatie restrittive od ostruttive ecc.).
CPAP è un acronimo dei termini inglesi Continuous Positive Airway Pressure, vale a dire Pressione Positiva Continua delle Vie Aeree.
Per la somministrazione della terapia si utilizzano i ventilatori CPAP, apparecchi medicali di dimensioni piuttosto contenute costituiti da un corpo centrale (che contiene il ventilatore vero e proprio), un tubo flessibile di materiale plastico e una maschera facciale, nasale od oronasale; di norma è presente anche un umidificatore che serve a contrastare la secchezza di naso e gola, problematica tipica quando ci si sottopone alla ventilazione artificiale.
Una volta che il dispositivo CPAP viene acceso, eroga aria che passa attraverso al tubo collegato alla maschera indossata dal paziente.
Esistono varie maschere CPAP la cui scelta dipende dalla specifica situazione del paziente. Comunque sia, dal momento che si tratta della parte che sta a contatto con il soggetto, è fondamentale che essa garantisca il massimo comfort possibile, soprattutto in quei casi in cui debba essere indossata per molte ore al giorno se non addirittura di continuo; è altresì importante che il materiale di cui è costituita sia anallergico.
La scelta della maschera
La scelta della maschera giusta è di fondamentale importanza per il paziente; si deve infatti trovare la soluzione che minimizzi il più possibile l’inevitabile disagio.
Le tipologie di maschera sono essenzialmente tre: nasali, con olive nasali (nasal pilows, cuscinetti nasali) e oronasali.
La maschera CPAP più usata in assoluto è quella nasale che avvolge totalmente il naso; quella con olive nasali viene invece posizionata sopra il labbro superiore e i cuscinetti, chiudendo il naso, erogano l’aria nelle cavità nasali; quella oronasale è la più ingombrante delle tre poiché copre sia il naso che la bocca; è una soluzione più “invasiva”, ma risulta necessaria in quei casi in cui il paziente non ha un’efficiente respirazione con il naso.
È importante fare alcune prove prima di scegliere il modello di maschera; un giusto comfort è infatti molto importante, soprattutto in quei casi in cui il dispositivo debba essere indossato per la maggior parte della giornata.
Pulizia e manutenzione della maschera
La pulizia e la manutenzione della maschera sono fondamentali per la salute del paziente ed è quindi importante prestare loro massima cura. I tecnici dell’azienda che fornisce il dispositivo illustreranno le manovre necessarie per una corretta pulizia; è poi importante seguire le indicazioni riportate nel libretto di istruzioni del dispositivo.
In linea di massima, per effettuare una corretta pulizia si devono smontare le varie parti della maschera e pulirle con acqua non eccessivamente calda (30 °C circa) e un sapone neutro. Può essere d’aiuto utilizzare uno spazzolino con setole morbide per rimuovere i residui più difficili da eliminare.
L’asciugatura deve essere fatta con un panno in microfibra dopodiché i vari componenti devono essere lasciati ad arieggiare prima di rimontarli; ciò serve a eliminare i residui di umidità. Non è consigliabile effettuare l’asciugatura esponendo i componenti a fonti di calore come stufe, termosifoni ecc.
In alcuni casi, potrebbe essere necessario sostituire i componenti, per esempio se si notano ingiallimenti del materiale plastico, la presenza di crepe o una perdita di elasticità, cosa quest’ultima che potrebbe compromettere la corretta aderenza della maschera al viso.
Per quanto riguarda la sostituzione periodica dei componenti, sarà l’azienda fornitrice a dare indicazioni in proposito.
Una corretta pulizia e l’attenzione alla manutenzione garantiscono l’efficienza del dispositivo e una sua maggiore durata.