La sindaca Appendino in grande difficoltà tra i No Tav interni alla sua maggioranza e il malcontento dei cittadini Sì Tav

Il vertice tra la sindaca di Torino Chiara Appendino e la sua maggioranza è davvero un ostacolo duro per il Movimento 5 Stelle che si trova in impasse. Il bivio è seguire la pancia oppure fare il bene della città. La Appendino inizia a capire che deve fare una sintesi, mettendo forse in secondo piano alcune convinzioni personali. In seguito alla manifestazione della madamine con oltre 30 mila partecipanti per il Sì alla Tav Torino – Lione, la sindaca deve fare un paio di conti. Si apre così una profonda spaccatura tra la maggioranza in consiglio comunale.

Il nodo ora è chi inviare alla manifestazione No Tav indetta il prossimo 8 dicembre. Pare proprio che la sindaca non prenderà una netta posizione, ma ci sarà il suo vice, Guido Montanari. I grillini ora fanno i conti con la lotta coerente ai pensieri fondanti, oltre che alle promesse elettorali fatte anche a livello nazionale, ma anche con la volontà di ricucire il rapporto con una cittadinanza che accusa la sindaca di avere rovinato la capitale sabauda. Quella cittadinanza scesa in piazza per dire “Sì, Torino va avanti” voleva anche esprimere il disagio di una città con grande potenziale che invece non fa passi avanti, anzi. La protesta segna i pentastellati, a Torino come a Roma. Per questa ragione, apre che l’appendice meno dura e più aperta del Movimento abbia iniziato un lavoro di riappacificazione per moderane i toni e trovare un punto di incontro.

La prova di questo tentativo è la riunione, seppur informale, tra la sottosegretaria all’Economia Laura Castelli e il presidente della camera di commercio torinese Vincenzo Ilotte. La grillina originaria di Torino ha voluto vedere il presidente per capire che cosa serve alle imprese del territorio, perciò non si faceva troppo riferimento alla Tav, anche se non è un mistero che imprese, e quindi anche Camera di Commercio, siano per il Sì all’opera.

Il rischio per il M5S è creare un forte malcontento tra la popolazione, soprattutto quella che non ha votato 5 Stelle. Il consigliere Damiano Carretto, molto vicino ai comitati e manifestanti No Tav, era certo che la città di Torino sarebbe stata rappresenta al corteo, ma la capogruppo Valentina Sganga lo ha sconsigliato vivamente perché questa scelta avrebbe potuto ritorcersi contro il partito di maggioranza. Alla fine, la Appendino ha dichiarato che le posizioni dei manifestanti e quelle personali, ma anche del consiglio comunale, coincidono, ma al corteo non ci saranno simboli istituzionali che appartengono a tutti i cittadini e non solo a una parte.

Insomma, la sindaca trova una via di mezzo che non scontenta nessuno, ma che anche non accontenta. Questo punto di equilibrio tra le due posizioni è molto precario e si capisce tutta la difficoltà della prima cittadina. Prima la Appendino fa mettere in ordine del giorno l’approvazione di una mozione contro la Tav che faceva contenta la sua maggioranza, ma che ha creato una reazione a catena di scontento tra imprenditori, artigiani, commercianti etc. confluito nella manifestazione dei Sì.