La Torino che vuole andare avanti: tutti in piazza se la Tav non si fa
L’ex sottosegretario ai Trasporti Mino Giachino è pronto a sfidare il governo sulla questione Tav, treno alta velocità che dovrebbe collegare Torino a Lione creando un nuovo corridoio strategico per lo sviluppo di tutto il nord ovest. Giachino è stato uno dei maggiori promotori alla manifestazione “Sì, Torino va avanti” dello scorso 10 novembre in piazza Castello a Torino, sostenendo l’importanza dell’opera non solo per il Piemonte, ma anche per le altre regioni italiane del nord ovest, tra cui Liguria con Genova e il suo porto.
Giachino lancia un ultimatum all’attuale ministro dei Trasporti Danilo Toninelli: se il governo dice No alla Torino – Lione, tutti scenderanno in piazza. Essendo questa un’opera doverosa per la crescita, che nell’ultimo trimestre si è frenata come dimostrano anche gli ultimi dati Istat. Se la fantomatica analisi costi – benefici, di cui ancora non si sa nulla dopo mesi e mesi, dirà No alla Tav, sono pronti a scendere in piazza, secondo Giachino, tutti quanti. L’intenzione è quella di chiedere ai sindacati di indire uno sciopero generale. Assieme a questa iniziativa, ci sarà la richiesta direttamente a Salvini, ministro dell’Interno e vicepremier bis, della crisi di governo.
Su Change.org Giachino ha lanciato la petizione Sì Tav che ha già raggiunto più di 106 mila adesioni. Inoltre, Giachino presiede anche l’assemblea Si lavoro – Si Tav, un comitato che si è di recente riunito per fare il punto dopo due anni di lavori. La manifestazione del 10 novembre ha dimostrato che non tutti sono contro la Tav, ma piuttosto che moltissimi vogliono quest’opera di vitale importanza per il futuro dell’intero Paese. Non ci si rassegna alla decrescita e il clima attorno a questa infrastruttura è cambiato moltissimo. In piazza Castello il 10 novembre c’era l’altra Italia: quella del lavoro e dello sviluppo. La Torino che cresce e genere migliaia di posti lavoro vuole la Tav e l’ha dimostrato scendendo in piazza.
L’impegno di Giachino e dei suoi è destinato a continuare fino a quando non otterranno quello che vogliono, cioè il riavvio del cantiere italiano per realizzare l’opera che collega Italia a Francia. È un’opera strategica per il rilancio dell’economia e del lavoro, continua Giachino che si dichiara anche pronto a incontrare il ministro del lavoro e sviluppo economico e vicepremier Luigi Di Maio e anche il ministro Toninelli.
Lo scopo sarebbe quello di far capire i benefici della linea Torino – Lione dato che non si sa chi sia stato chiamato a esporli nel tanto discusso documento di analisi costi – benefici. Questo documento fantasma non si sa bene da chi sia redatto, chi siano gli esperti chiamati a elencare i costi dell’opera e i benefici attesi nel futuro dato che Giachino e tutte le associazioni a favore dell’opera non sono state chiamate in causa. Il rischio che tanti temono è che si tratta di un documento di parte, redatto con lo scopo di arrivare alla finalità che i 5 Stelle vogliono, cioè non realizzare l’opera. La politica del confronto con chi ha posizioni diverse si basa sulle competenze e sui contenuti ed è la migliore arma contro il populismo.