Tav, che pasticcio: meglio fare il punto della situazione

La situazione Tav Torino – Lione è praticamente fuori controllo, è arrivato il momento di fare il punto della situazione per capire a che punto è l’opera. In attesa della famosa analisi costi – benefici richiesta dal Ministro Toninelli che intanto ha bloccato tutte le grandi opere della penisola, vige una grandissima confusione.

Partendo dalle istituzioni, il governo è spaccato in merito alla Tav: la Lega si dice favorevole alle grandi opere, mentre i 5 Stelle sono contrari. Il partito ha ottenuto molti voti al nord proprio per la sua presa di posizione vicina alle popolazioni della Val di Susa contro la realizzazione della linea ad alta velocità. Il presidente della regione Piemonte, Sergio Chiamparino, è convinto che l’opera si debba fare perché ha una forte rilevanza strategica per lo sviluppo economico di tutto il nord. La sindaca di Torino, Chiara Appendino, invece è contraria, anche se è un po’ schiacciata dai più radicali del consiglio comunale che spingono per posizioni più dure.

Per quanto riguarda le associazioni, gli imprenditori sono preoccupati per i grossi ritardi nella realizzazione dell’opera che è indispensabile per entrare nel futuro. Gli agricoltori e le popolazioni sono contrari. Il loro è un problema di tipo ambientale: la linea ad alta velocità avrebbe un impatto enorme sul territorio che invece andrebbe tutelato così com’è.

Dall’altro lato, i francesi hanno già finito i lavori e attendono solo che il cantiere dal lato italiano riparta e concluda i lavori. L’Europa è ovviamente favorevole all’opera per cui ha anche già elargito fondi su fondi, che l’Italia dovrebbe restituire nel caso non completi il tunnel.

La situazione non è chiara nemmeno tra la popolazione. Da poco c’è stata una manifestazione auto organizzata da un gruppo di donne, ribattezzate madamine, che ha avuto un grandissimo successo. Infatti, moltissimi sono scesi in piazza a Torino senza simboli per dire a gran voce” Sì, Torino va avanti”. Altra storia è quella del gruppo No Tav è da anni che combatte contro la realizzazione del treno ad alta velocità, arrivando anche ad occupare i cantieri.

Insomma, una grande confusione e in tutto ciò spunta una nuova proposta del ministro dell’Interno e vicepremier Salvini: il referendum. Sarà un’altra sparata o si tratta di un’iniziativa che avrà seguito? Purtroppo, non si può dire perché questo nuovo governo del cambiamento ci ha abituati a uscite e proposte giornaliere che poi cadono nel dimenticatoio. I post, i tweet, i video, le dirette etc. sono una continua campagna elettorale di promesse che poi vengono puntualmente disattese. Questo crea una grande incertezza sulle reali intenzioni del governo che nel contratto di governo non hanno specificato la posizione ufficiale che arriverà solo dopo la famosa analisi costi – benefici. Potrebbe sembrare una buona idea, ma va detto che questa analisi è un altro punto poco chiaro: a chi stata commissionata? Quali sono i criteri per giudicare le opere?