Svastica gigante nei campi dell’Astigiano: una burla di un contadino 80enne infiamma la polemica

Nella giornata di domenica è apparsa in un campo a San Damiano nell’astigiano un’enorme svastica tracciata nell’erba. Il fatto ha subito suscitato non poche polemiche, visto che questa è una zona che ha vissuto la resistenza partigiana.

Uno scherzo di un contadino

Immediatamente, i carabinieri di Asti si sono messi a indicare sul fatto per rintracciare l’autore del gesto, mentre tutti si domandavano il motivo. “Una burlonata”, si giustifica così l’autore del gesto: il proprietario over 80 del campo ha deciso di tagliare l’ebra con il trattore creando questa forma per fare uno scherzo.

Per provare subito la sua buona fede, ha pareggiato l’erba nel campo sotto gli occhi dei carabinieri.

Le polemiche non si fermano

L’oltraggio alla memoria è ora sparito, ma le polemiche non sono di certo placate. A molti, infatti, non convince questa scusa della leggerezza.

Una vicina del contadino atto del gesto, Federica Valsania, ricorda che tanti nonni in queste zone sono stati partigiani e atti che calpestano la memoria così sono assolutamente da condannare. L’antifascismo è vivo e vegeto tra queste colline che sono state teatro della Resistenza partigiana, conclude la giovane che non vuole lasciar inosservata la vicenda.

Le dichiarazioni del sindaco

Il neo eletto sindaco Davide Migliasso, che ricopre questa carica da una settimana, non è così polemico, ma prova a smussare i toni. Liquida la vicenda in un attimo dicendo che è tutto attribuibile al disagio creato dal Rally del Grappolo; una manifestazione che non ha valenza politica, ma crea disagi nella zona per colpa di viabilità modificata e strade chiuse.

Il sindaco, capolista di una lista civica quindi non legata ai soliti partiti tradizionali, dice che la scelta del simbolo non è degna di nota, tutto regolare insomma!

Le reazioni dell’organizzazione e dei paesani

Intanto arriva anche il commento dell’organizzazione del Rally che si dice estranea ai fatti, smentendo la teoria del sindaco. Chi vuole protestare contro la corsa, perché mai dovrebbe scegliere una svastica? La domanda è più che lecita e moltissimi in paese sono d’accordo: l’atto è di matrice politica e la corsa non c’entra nulla. La concomitanza con la corsa è solo una coincidenza, forse addirittura un modo per avere più visibilità e rendere più plateale il gesto.

Di certo, il gesto non  stato ignorato, anche grazie alle immagini che hanno iniziato a girare sul web in serata, facendo il giro dello stivale.

Non solo nella piccola comunità di San Damiano, ma anche sui social la polemica si infiamma. Tanti i suggerimenti all’amministrazione comunale per non lasciar cadere nell’oblio un atto che va sicuramente punito: coinvolgere la magistratura per apologia del fascismo o anche accompagnare l’autore ad Auschwitz.

Resta un ennesimo episodio di ignoranza e negazionismo, segno dei tempi bui, buissimi che stiamo vivendo.  La scelta del sindaco di non perseguire ulteriormente è altrettanto preoccupante, dando la colpa una corsa che non c’entra nulla invece.