Torna Uber a Torino: entro fine anno il nuovo servizio taxi
Uber sta per sbarcare nuovamente in Italia e ha scelto Torino come prima città di sperimentazione del nuovo servizio Uber Taxi. Il colosso della Silicon Valley ci riprova, quindi, ma i tassisti piemontesi non sembrano per nulla contenti: non si fidano più e dopo le lunghissime battaglie trascorse non ne vogliono proprio sapere. Eppure Uber sembra aver cambiato diverse cose, a partire dal suo amministratore delegato che non è più lo stesso. Un volto nuovo e nuove scelte etiche: così si presenta oggi l’azienda, che ha chiesto proprio alle categorie di tassisti di siglare un accordo. Ci si potrà fidare questa volta?
La risposta non è certo affermativa, almeno da parte della Federtaxi-Cisal del Piemonte. La categoria non vuole più avere nulla a che fare con Uber e ha affermato di voler dire di no anche di fronte ad accordi vantaggiosi.
La storia infinita di Uber in Italia
Uber non era stata accolta benissimo in Italia: appena un anno fa sono scattate polemiche e le categorie hanno affrontato diversi processi contro l’azienda. Dobbiamo ammettere che non si era presentata al meglio e che il suo fondatore, Travis Kalanick, ne aveva combinate di cotte e di crude a partire dalla gestione dell’azienda: troppo aggressiva e spesso maldestra. Dopo mesi di manifestazioni, scontri e scioperi contro il colosso i tassisti si dicono ora completamente sfiduciati e sembra che non abbiano intenzione di cedere.
La nuova Uber: cosa è cambiato?
Va detto però che dal 2017 di cose ne sono cambiate parecchie all’interno dell’azienda di San Francisco, a partire dal suo nuovo amministratore delegato. Dara Khosrowshahi, di origini iraniane e capo del colosso di viaggi online Expedia, ha affermato chiaramente di voler cambiare le cose. Uber diventerà (e in parte è già diventata) un’azienda etica. La guerra ai taxi è storia vecchia, vecchissima ormai. La nuova Uber vuole affiancarsi alle categorie e fornire loro un supplemento utile e tecnologicamente avanzato. Una nuova applicazione proprio per i tassisti, che non appare molto diversa da MyTaxi (piattaforma già attiva anche a Torino per prenotare il servizio).
Uber Taxi: come funziona?
La nuova applicazione Uber Taxi sarà attiva a Torino entro la fine dell’anno quindi manca davvero pochissimo. Ma come funzionerà? Semplice: basterà scaricare l’applicazione sul proprio smartphone o tablet e tramite questa si potrà prenotare il proprio taxi, chiamarlo e pagare direttamente con la propria carta di credito. In futuro verrà data anche la possibilità di pagare in contanti. La piattaforma tecnologica funziona alla perfezione, e l’idea è anche quella di iniziare a sostituire i mezzi con auto elettriche meno inquinanti (cosa che permetterebbe tra l’altro di sorvolare il problema dei blocchi antismog).
I valori etici quindi ci sono, l’offerta da parte di Uber alle categorie è vantaggiosa e probabilmente lo diventerà anche di più visto la continua resistenza da parte dei tassisti. Eppure le categorie sono ancora immobili: non ne vogliono sapere e chissà come andrà a finire. Di certo in passato questa società ha creato non pochi problemi, ma potrebbe rappresentare il futuro anche in Italia e di questo dobbiamo prenderne atto.