Chiamparino lancia un grido d’allarme: che il governo prenda posizione in merito alla Tav
Telt, la società incaricata dei lavori della Tav Lione Torino, ha dato lo stop la maxi appalto da 2,3 miliardi per finire i lavori del tunnel. La motivazione che ha segnato il congelamento della gara di appalto è non agire contro la volontà dei due paesi coinvolti. Tutto questo accade in seguito all’avvertimento del ministro dei Trasporti e infrastrutture Toninelli che si era detto pronto a considerare ostile ogni proseguimento del cantiere, prima della conclusione dell’analisi costi – benefici, che dovrebbe arrivare a inizio inverno circa.
Secondo il presidente della regione Piemonte Chiamparino questa è una totale perdita di tempo. All’odierno summit sulle infrastrutture, a cui sono presenti molti amministratori e imprenditori da tutto il nord-ovest, il presidente spiega che l’analisi costi – benefici è molto complicata l’opera è destinata a modificare l’intero sistema di trasporto da qui ai prossimi secoli. Perdere tempo non è una buona strategia dato che l’opera è già in ritardo. Una struttura del genere non deve cercare consensi poiché sarà in grado di creare più domande e indotto.
Chiamparino è ancora in attesa dell’incontro con il ministro Toninelli, richiesto ormai mesi fa: il 6 giugno. La richiesta dell’incontro non è per motivi elettorali ma per il futuro del Piemonte e della Liguria. La questione è anche di sicurezza poiché la vecchia linea ferroviaria è antiquata e ben presto sarà da pensionare. Continuare a usarla significa far correre dei rischi a tutti gli utenti. L’attuale tunnel utilizzato ha solo due uscite di sicurezza cioè alle due estremità e basta: è estremamente pericoloso e non affidabile. Senza la Tav completata, in pochi anni si potrebbe restare senza un collegamento alpino tra Italia e Francia. Il presidente della regione dice che si accinge a scrivere una lettera indirizzata all’esecutivo perché riduca i tempi.
Culleo che Chiamparino lancia è un grido d’allarme per il nord-ovest e l’intera Italia. Chi pensa che il presidente faccia la voce grossa in vista della campagna elettorale, si sbaglia di grosso poiché queste opere non riguardano gli equilibri di potere ma il Piemonte, la Liguria e tutta l’Italia. La richiesta che il presidente rilancia è lo sblocco dello stanziamento di 1 miliardo e mezzo per il quinto lotto del terzo valico, come già pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale. Questa attesa è davvero insensata: se la strada presa con Delrio, ex ministro dei trasporti del governo Gentiloni, non va bene che lo si dica subito senza
Nel frattempo il bando di Telt da 2,3 miliardi resta bloccato e così il tunnel tra Lione e Torino. La società fa saper che le verifiche tecniche e giuridiche sono state concluse con esito positivo. Quello che attendono sono le indicazioni ufficiali per non agire contro la volontà dei Paesi. Intanto dal lato francese sono sorti un po’ di malumori per la prolungata attesa dovuta dal cambio di visione dell’Italia. Telt ha deciso dunque di aspettare le indicazioni del governo Conte ma ogni giorno che passa si mettono a rischio i finanziamenti dall’Ueper la realizzazione dell’alta velocità. Se è proprio vero che il governo non prenderà la sua definitiva posizione in merito all’opera prima di fine autunno, dovrà anche prepararsi a trattare una proroga con l’Europa che paga il 40 per cento dell’opera.